18/10/2017

L'intervista a Roberta Marta di SIGGI Group, l'impresa vicentina che veste MasterChef

Alla Fiera Host di Milano sarà presentato il nuovo pantalone Trinity Chef. Il 23 ottobre lo stand Siggi ospiterà Cristina Nicolini, finalista MasterChef Italia 2016.

Come si sta evolvendo l’abbigliamento professionale nelle cucine dei più importanti Chef in Italia e nel mondo? "Gli chef sono spesso esigenti. Per questo sono necessarie una continua attività di ricerca per proporre tessuti adeguati e innovativi e una creatività che soddisfi anche i gusti estetici". Roberta Marta, donna imprenditrice, rappresenta la nuova generazione della SIGGI Group, azienda vicentina che veste i cuochi di tantissime brigate in Italia e nel mondo, impegnata nella ricerca per proporre prodotti sempre più innovativi. Da questa ricerca si è arrivati alla creazione del nuovo pantalone Trinity Chef: un modello dotato di un sofisticato sistema multisize, che lo rende adattabile ad ogni forma dando massimo comfort a chi lo indossa. Roberta sarà presente con SIGGI Group alla Fiera Host di Milano (dal 20 al 24 ottobre 2017 – quartiere Fieramilano Rho, Padiglione 9, Stand Q 19). Il 23 ottobre, alle 11.30 e alle 15.00, Cristina Nicolini, finalista di MasterChef Italia 2016.



Voi siete leader nella produzione di abbigliamento professionale nel settore della ristorazione. Com’è cambiato il modo di vestire gli chef, anche in relazione all’attenzione riservata dai media e dalla stampa?
"La divisa per uno Chef è sempre stata un elemento importante, tanto da identificarlo. Lo chef ha bisogno di sentirsi comodo, ma è attento anche allo stile. Nel tempo la giacca da cuoco si è evoluta in termini di materiali e anche di design".

Lei ed i suoi cugini, figli dei fondatori Silvio e Gino, rappresentate la nuova generazione dell’azienda. Quali sono le priorità che vi siete proposti?
"In un mercato sempre più esigente stiamo lavorando per garantire la qualità, non solo dei prodotti e dei servizi, ma anche delle relazioni con i nostri interlocutori. Diamo grande peso a questo, all’aspetto umano. Vorremmo che Siggi fosse sempre ritenuta un’azienda affidabile, con cui sviluppare solide e proficue partnership. In questo ultimo anno abbiamo spinto molto sull’innovazione proponendo 3 prodotti con brevetto, cosa assai rara se non unica, nel nostro settore. Oltre a questo siamo sempre più presenti sul mercato estero ottenendo un riscontro positivo. Oltre a darci nuove opportunità di vendita, l’estero è fonte di nuove ispirazioni".

Un tempo il cuoco stava in cucina, oggi deve anche uscire in sala. Da parte vostra quali sono i valori emozionali e quelli tecnici ai quali s’ispira la vostra collezione riservata all’ambito della ristorazione?
"Proponiamo vari tipi di materiali, tra cui tessuti naturali che diano massimo comfort. Il lavoro del cuoco è impegnativo sotto vari punti di vista: creativo, organizzativo, fisico. La giacca lo accompagna e necessariamente deve essere comoda e adatta alle condizioni di stress di chi lavora in cucina. Proponiamo anche soluzioni stilistiche che favoriscano i movimenti e la traspirazione, ma anche una vestibilità adatta in tutte le taglie, fino alle più grandi. E poi c’è il tocco di creatività che fa la differenza e che strizza l’occhio alla moda, grazie alla scelta di tagli sartoriali e colori che richiamano le tendenze".

Ad Host presenterete il nuovo pantalone Trinity Chef. È una rivoluzione nel settore dell’abbigliamento per la ristorazione?
"Abbiamo ideato un sistema di zip, fasce elastiche e abbottonature che rendono Trinity adattabile non solo alle tre taglie, ma anche alla conformazione fisica della persona che lo indossa. Anche persone della stessa taglia hanno forme diverse, con Trinity ognuna può allargare o stringere nei punti giusti per trovare massima comodità. Possiamo dire che è una vera rivoluzione per l’abbigliamento del settore: non esiste nulla del genere. Il sistema multisize veste tre taglie in una, si adatta alle diverse forme delle persone ed infine permette a chi commercializza il prodotto di ridurre drasticamente l’investimento di magazzino e il rischio di errore. Comprando le 3 taglie copre l’intero fabbisogno che di solito richiede un acquisto frazionato su 9 taglie".

I dati statistici dicono che il mercato del lavoro italiano si sta riprendendo dalla crisi economica. Lei cosa ne pensa?
"Registriamo una ripresa sì, ma lenta e altalenante. La situazione non è stabile e sono ancora molte le difficoltà da affrontare. È necessaria un’importante solidità finanziaria per far fronte alle molteplici situazioni che si presentano sul mercato. Siggi investe in Innovazione, dinamicità e notorietà del marchio e ricerca e sviluppo sono punti strategici fondamentali per far fronte alle nuove sfide".

Quali sono i colori che vanno più di moda in cucina?
"Il bianco impera, seguito dal nero. Gli altri colori sono tendenze che hanno minore durata. Per il 2018 noi proponiamo grigio, blu e verde ottanio".

Siggi Group stringe una partnership con ArtCrafts International Spa per la vendita di Crocs at work nel mondo del lavoro. Ci può spiegare di che si tratta?
"Si tratta di un progetto importante che si svilupperà con le nuove campagne vendita, amplia le proposte del marchio storico italiano Siggi, che si conferma leader nel settore dell’abbigliamento professionale a tutto tondo. Crocs offre un vasto portfolio di prodotti per tutte le stagioni, rimanendo fedele al proprio nucleo di calzature storiche. Tutte le scarpe Crocs™ utilizzano materiale Croslite™".

Ad Host sarete presenti con Cristina Nicolini, finalista della passata edizione di Master Chef Italia. Ci sono sempre più donne che scelgono la professione di Chef. Come affrontate questo cambiamento?
"Siamo pronti ed entusiasti di questo! Proponiamo una nuova collezione che prevede anche eleganti novità per la donna. Siggi è un’azienda al femminile, la presenza di donne è preponderante sia tra il personale, che nella proprietà e riteniamo sia una caratteristica che ci rende unici nel settore. Non possiamo quindi che cogliere questa tendenza come una felice occasione di ulteriore sviluppo".

Lei è una donna imprenditrice che si approccia ad un settore, quello dell’abbigliamento professionale nella ristorazione, prettamente maschile. Qual è stato il suo approccio?
"Positivo, mi piace questo settore, sta crescendo ed è in continua evoluzione. Non è un problema approcciarsi ad un mondo prettamente maschile, perché trovo che la professionalità faccia la differenza e non il genere. E’ un settore che richiede attenzione a vari dettagli, dal tecnico al relazionale fino all’aspetto creativo. Direi ci sono tutti gli ingredienti per una buona ricetta!".

Qual è la richiesta più creativa che avete mai ricevuto?
"La tuta da chef…ma non è ancora stata realizzata".

I cuochi sono sempre più esigenti?
"Sì lo sono nell’abbigliamento professionale cercano principalmente comfort inteso come libertà di movimento e traspirabilità e poi anche l’occhio vuole la sua parte e lo stile fa la differenza. Tagli slim ma che nascondano le rotondità, il colletto che fasci al punto giusto senza stringere, bottoni in alcuni casi fatti mano con il tessuto".