01/12/2017

Giro d’affari di 10,4 miliardi di euro e valore aggiunto al 21%: l’acciaio del Nord-Est campione nazionale

A Vicenza presentati i dati della filiera. Tra le testimonianze dal Vicentino: AFV Beltrame, Euro-fer e Siderforgerossi.

Si è rafforzato nel 2016 l’acciaio del Nord-Est, che ha mantenuto sotto controllo i rischi operativi e finanziari. La sua situazione è, nel complesso, migliore rispetto a quella nazionale. È questa l’estrema sintesi dell’analisi di Siderweb - La community dell’acciaio che ha preso in considerazione l’intera filiera dell’acciaio di Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto e che è stata presentata nel pomeriggio di oggi a Vicenza, durante il convegno “L’acciaio del Nord-Est: struttura e numeri del settore”, con la collaborazione di Confindustria Vicenza.

"I bilanci dell’esercizio 2015 ci raccontavano di fatturati in calo e di redditività in picchiata. Oggi, invece, - ha dichiarato Emanuele Morandi, presidente di Siderweb - presentiamo numeri positivi: in dodici mesi la filiera dell’acciaio del Nord-Est ha ritrovato una redditività positiva ed è tornata ad investire. Nel Triveneto, come a livello nazionale, registriamo segnali di ripresa che mi auguro possano consolidarsi. Un percorso che non può prescindere dall’innovazione e, appunto, dagli investimenti".

A riprova di questo, ci sono anche le testimonianze di alcune alcune delle principali aziende vicentine rappresentative del settore.

Sta mirando all’internazionalizzazione la Euro-fer spa: "Il nostro piano industriale si sta concentrando molto su mercati esteri. Siamo già leader del settore in Italia, dove stiamo assistendo ad una sofferenza prolungata. Siamo alla ricerca di una crescita aziendale – ha dichiarato l’amministratore delegato, Marco Giuseppe Mazza - che passa per l’internazionalizzazione dei nostri prodotti. Abbiamo ancora una preponderanza di fatturato che è generata in Italia, ma l’intenzione è di ribaltare questo rapporto di forza. I risultati del 2016 vanno già chiaramente in questa direzione".

Anche Siderforgerossi Group guarda oltreconfine: "A ottobre abbiamo aperto una filiale in Germania e a gennaio ne avvieremo una a Houston" ha annunciato il direttore generale, Damiano Guidolin. Si sta chiudendo, oggi, un complesso processo di riorganizzazione seguito alla fusione tra Siderforge e Forgerossi, che ha dato vita ad uno dei principali player nazionali nelle forge nel 2014. Settore delle forge che "nel Nord-Est ha un know how elevatissimo. Un euro generato qui, all’estero vale 10 o anche 100 volte tanto. La sfida ora – ha detto Guidolin – è diventare altrettanto bravi e leader nella gestione digitale: “smaterializzare” l’acciaio e vedere con modelli digitali ciò che l’occhio non può vedere è l’obiettivo".

È soprattutto sul fronte finanziario che è passata, invece, la ristrutturazione di Beltrame Group. "Guardiamo al futuro con rinnovato ottimismo. Il 2017 è stato un anno positivo – ha detto Raffaele Ruella, CFO -. Il primo semestre è stato difficile: domanda stagnante e prezzi stabili o in leggera diminuzione. La seconda parte ha visto una ripresa interessante delle quotazioni e dei volumi, che ci porta a pensare che anche l’inizio del 2018 possa continuare su questo trend".

LE PERFORMANCE FINANZIARIE - Nel 2016, la filiera dell’acciaio del Nord-Est ha mostrato «una redditività migliore di quella media nazionale» e «livelli di rischiosità operativa e finanziaria controllati» ha spiegato nella propria presentazione Claudio Teodori, professore ordinario dell’Università degli Studi di Brescia, centrata sulla declinazione in chiave territoriale dei risultati dello studio Bilanci d’Acciaio.
A fronte di una stabilità del giro d’affari, è aumentato il valore aggiunto: è salito dal 18,8% nel 2015 al 20,6% del fatturato nel 2016, supe­rando ampiamente il dato nazionale (17%).

"Questo incremento è un segnale molto importante - ha chiarito il prof. Teodori - che ha permesso il progresso della redditività", che mostra segnali positivi a differenza di quanto accaduto nel 2015. "L’Ebitda è in crescita, su livelli ancora moderati: il valore più alto - ha specificato - è nella produzione, dove l’incidenza sul fatturato supera il 10%, valore da ritenersi congruo".
Infine, ha concluso, "anche gli investimenti, ad eccezione che nella produzione, sono ripartiti in modo soddisfacente, segnale certamente posi­tivo sulla percezione del futuro".

LA STRUTTURA DELLA FILIERA DELL’ACCIAIO - La filiera dell’acciaio del Nord-Est comprende 838 imprese e oltre 25mila addetti, che fatturano 10,4 miliardi di euro. Nel 2016, le imprese con sede legale nel Nord-Est hanno prodotto 8,5 milioni di tonnellate di acciaio, dei quali 7,1 milioni sfornati in Italia, pari al 30% della produzione nazionale. Il 95% dell’acciaio è ottenuto da ciclo elettrico (di questo, il 25% è impiegato nella produzione di semilavorati, il 75% nella realizzazione di laminati lunghi). Il restante 5% dell’output è ottenuto con ciclo integrale e riguarda la produzione di ghisa in pani.

"Il comparto delle forge del Nord-Est - ha specificato Gianfranco Tosini, membro dell’Ufficio Studi di Siderweb - è il secondo per importanza in Italia, dopo quello lombardo, ed è concentrato in provincia di Vicenza".

Insieme ai comparti dello stampaggio a caldo e dell’imbutitura, fattura 1,4 miliardi di euro e conta 210 aziende in tutto.

L’import di acciaio, compresi tubi e altri prodotti della prima trasformazione, si è attestato a 5,1 milioni di tonnellate nel 2016, l’export a 4,2 milioni di tonnellate, entrambi in aumento rispetto al periodo pre-crisi.