28/03/2018

Congiuntura Flash: l’economia globale accelera, l’Italia rimane ben agganciata

L'analisi del Centro Studi Confindustria conferma il rafforzamento dell'espansione industriale. Export italiano sopra la media europea.

L’espansione mondiale si rafforza nel 1° trimestre 2018 e si diffonde tra i paesi, spinta da investimenti e commercio (53,7 il PMI ordini esteri a gennaio-febbraio). Tuttavia, alcune tensioni si stanno materializzando, in particolare debolezze nel settore finanziario internazionale e aumento del protezionismo, minacciando un rallentamento della crescita.



La produzione industriale italiana è in crescita (+0,3% acquisito nel 1° trimestre), la fiducia di imprese e consumatori resta vicina ai massimi pre-crisi, il PMI composito aumenta (57,5 nel 1° bimestre). Ciò è coerente con un incremento del PIL nel 1° trimestre superiore a quello di fine 2017 (+0,3% nel 4°).

L’export italiano, stimolato dall’espansione mondiale, cresce più di quello dei principali paesi europei (+5,4% nel 2017), nonostante una pausa a gennaio. Anche l’incremento degli investimenti, sostenuti dagli incentivi, è elevato in Italia (+3,7%); il recupero riguarda, infine, pure le costruzioni (+1,1%). A inizio 2018 i giudizi sugli ordini interni di beni di investimento sono saliti al massimo pre-crisi e un supporto viene, dopo anni, anche dal credito alle imprese in rafforzamento (+1,9% annuo a gennaio), con costo ai minimi e sofferenze bancarie in calo.

La bassa espansione dei consumi ha zavorrato la crescita italiana nel 2017. In particolare, quelli pubblici sono rimasti piatti, la spesa delle famiglie è cresciuta dell’1,3%. Perciò il PIL italiano (+1,5%) è aumentato meno che in Francia, Germania e Spagna. A inizio 2018, però, la dinamica del monte salari in Italia resta ben al di sopra dell’inflazione, che frena. È trainata dallo slancio delle retribuzioni, derivante dai rinnovi contrattuali nel pubblico impiego; anche l’occupazione continua ad aumentare, sebbene a un passo più lento (a gennaio +0,1% su dicembre). Ciò sostiene i bilanci delle famiglie italiane e migliora le prospettive per i consumi.

Il deficit pubblico italiano nel 2017 è sceso all’1,9% del PIL (0,2 punti meno dell’obiettivo del Governo; 2,5% nel 2016). È diminuito, pur rimanendo molto elevato, anche il debito pubblico (131,5% del PIL). Ciò è cruciale per mantenere la fiducia degli investitori.

Nessun contraccolpo, finora, delle elezioni italiane sui mercati finanziari: il BTP è sceso al 2,01% a marzo (da 2,11%) e lo spread sul Bund a 139 punti (da 145); la Borsa è in lieve flessione dal picco di inizio anno, ma resta sui massimi di fine 2017; l’euro continua a oscillare intorno a 1,23 sul dollaro.

Nell’Area Euro la crescita è forte e diffusa e nei primi mesi del 2018 gli indicatori qualitativi restano a livelli record. Tuttavia, produzione industriale (-1,0% a gennaio) e vendite al dettaglio mostrano un indebolimento. La dinamica dei prezzi al consumo è ulteriormente scesa (+1,1% annuo a febbraio), per la frenata di quelli alimentari, molto sotto l’obiettivo del +2,0%.

Lo stimolo monetario BCE, perciò, rimane necessario: tassi a zero ancora a lungo e QE fino a settembre (30 miliardi di euro al mese), pur avendo eliminato a marzo la possibilità di un nuovo aumento nel ritmo degli acquisti.

Negli USA bene gli occupati, male i consumi In febbraio gli occupati USA sono aumentati più delle attese (+313mila unità), il tasso di disoccupazione è ai minimi (4,1%) e la forza lavoro cresce. Tuttavia i salari hanno frenato (+2,6% annuo a febbraio, da +2,8%) e le vendite al dettaglio sono in lieve calo per il terzo mese consecutivo. Si profila, perciò, una decelerazione dei consumi nel 1° trimestre.

Continua la fase espansiva per i BRIC Sia gli indici PMI manifatturieri (51,5 in Cina a febbraio) sia l’anticipatore OCSE indicano un proseguimento della crescita nei BRIC, che resta trainata dalle e-sportazioni. L’inflazione rimane relativamente bas-sa in tutti i 4 paesi (in Cina +2,9% annuo).