16/07/2018

Alta velocità, Marangoni: “Preoccupa che il Ministero valuti le penali per la rescissione del contratto”

Il Vicepresidente di Confindustria Vicenza: “Lo stop all'opera sarebbe un danno incalcolabile”.

“È davvero preoccupante che si stia facendo una valutazione sulla precisa entità di penali per la rescissione dei contratti riguardanti il progetto dell’Alta Velocità sulla tratta Brescia-Verona il cui stop, inevitabilmente, coinvolgerebbe anche il restante tratto veneto che comprende Vicenza”, Gaetano Marangoni, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alle Strategie del territorio, commenta così la nota del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti riportata oggi, venerdì 13 luglio, dalla stampa.



Pur riconoscendo la competenza del Ministro Toninelli ad effettuare tutte le indagini e valutazioni che spettano al MIT su un tema così importante, avviato e sviluppato dai governi precedenti, questa nota in cui si citano esplicitamente le penali di rescissione mette in allarme gli Industriali di Vicenza sul pericolo di stop all’opera.

L’Alta Velocità è una necessità non solo per il Nordest, che è direttamente interessato dall’infrastruttura, ma per tutto il Paese – prosegue Marangoni -. Si tratta di dotare un territorio che trascina il PIL nazionale e che porta un contributo determinante ai conti dello Stato, visto che la bilancia commerciale è fortemente positiva, di un’infrastruttura vitale per il trasporto delle persone e delle merci, che sempre più hanno bisogno di spostarsi con efficienza e velocità per essere competitivi con il resto dei Paesi europei e non. L’ennesimo slittamento dei tempi di inizio lavori o, peggio, il drammatico stop all’opera comporterebbero un danno inimmaginabile sia lungo l’intera tratta Milano-Venezia, sia per le negative ricadute a pioggia sull’asse del Brennero e sulla mobilità locale dell’intera pianura e pedemontana veneta”.

Marangoni aggiunge: “Per ciò che non è già in fase esecutiva, oppure oggetto imminente apertura dei cantieri, penso alla tratta Verona-Vicenza, sono immaginabili eventuali adeguamenti progettuali dal punto di vista infrastrutturale, ambientale ed economico. Ma quello che a nostro avviso non è assolutamente ammissibile è che si rimetta in discussione il quadruplicamento della linea ferroviaria Milano-Venezia, realizzata oltre 150 anni fa e non più in grado di fornire un servizio adeguato alla domanda di mobilità di un territorio che fa dell’export un punto di forza”.