24/04/2024

Il mercato del lavoro del Veneto

I dati della Bussola di Veneto Lavoro nel mese di marzo 2024.

Nel primo trimestre del 2024, pur in un contesto di crescita dell’occupazione nel lavoro dipendente, si confermano e, per certi aspetti si intensificano, i segnali di un progressivo rallentamento. Si stemperano i ritmi di crescita, finora particolarmente vivaci, associati al tempo indeterminato sia per una progressiva saturazione del bacino delle posizioni disponibili, sia per il permanere di alcune difficoltà nel reclutamento dei lavoratori in specifici ambiti. Complici anche degli effetti di calendario che possono aver determinato l’avvio anticipato di alcune attività soprattutto nell’ambito dei servizi turistici, risulta invece in rafforzamento rispetto agli anni precedenti il tempo determinato. Dal punto di vista settoriale, permangono importanti segnali di flessione della domanda di lavoro nel settore industriale che continua a crescere ma in maniera decisamente più ridotta soprattutto in alcuni comparti del manifatturiero. Nel terziario, nonostante nel primo trimestre alcuni segnali del rallentamento in atto sembrano estendersi anche in certe attività dei servizi connesse al settore industriale, il complessivo bilancio occupazionale continua ad essere positivo ed in rafforzamento rispetto agli anni precedenti.

Nel primo trimestre del 2024 il bilancio del mercato del lavoro dipendente privato in Veneto è positivo per +28.200 posizioni di lavoro, tuttavia non riesce ad eguagliare le performance particolarmente elevate – legate soprattutto all’espansione dei contratti a tempo indeterminato – che hanno caratterizzato l’inizio del 2023 (+29.700 unità).

L’ammontare delle assunzioni nel periodo è in linea con quello dell’anno precedente pur rimanendo al di sopra dei livelli del 2019 (+7%); il volume delle cessazioni segna un lieve aumento sull’analogo periodo del 2023 (+1%), più marcato rispetto al 2019 (+5%).

A trainare l’andamento del trimestre è il bilancio di marzo: esso è pari a +17.800 unità e risulta in leggero miglioramento rispetto allo stesso mese del 2023 (+17.300) per via di un aumento del volume delle assunzioni maggiore di quello osservato per le cessazioni (anche se le variazioni percentuali sono per entrambi pari al +3%).

Dal punto di vista contrattuale, nel primo trimestre del 2024 il bilancio relativo al tempo indeterminato è positivo (+8.800) ma in netta flessione sul 2023 (+14.700); nel periodo, registrano una netta riduzione le assunzioni (-6%) e le trasformazioni (-11%) a fronte di un leggero aumento nelle cessazioni (+2%). Nel mese di marzo il saldo di questa tipologia contrattuale (+1.200) è meno favorevole dell’anno precedente con andamenti analoghi a quelli descritti per il trimestre.

In merito al tempo determinato, nel primo trimestre del 2024 il saldo è positivo (+19.000), in netto miglioramento rispetto all’anno precedente e trainato dal bilancio del singolo mese di marzo (+16.400) che beneficia dei primi effetti delle riaperture primaverili soprattutto nei servizi turistici oltre che dell’anticipo delle cadenze temporali legate alle festività pasquali; la crescita del saldo registrata nel trimestre si lega alla riduzione delle trasformazioni (-15%) e all’aumento delle assunzioni (+3%).

Le dinamiche osservate nei primi tre mesi del 2024 in relazione all’apprendistato evidenziano un bilancio positivo (+500) ma in contrazione rispetto al 2023 a seguito di un calo nelle attivazioni (-6%). Rispetto agli analoghi mesi del 2023, le assunzioni a tempo pieno registrate tra gennaio e marzo segnano una contrazione (-2%) più marcata per la componente femminile (-4%).

Relativamente al part-time, i nuovi contratti attivati mostrano invece una crescita del +5% imputabile soprattutto alla componente maschile e a specifiche dinamiche settoriali nell’agricoltura e in alcuni ambiti del terziario. L’incidenza del part-time sul totale delle assunzioni continua ad essere particolarmente elevata: nell’ultimo mese è pari al 34% e risulta in progressivo rafforzamento per entrambi i generi pur rimanendo più elevata per le donne (50% contro il 22% degli uomini).

Con riferimento alle principali caratteristiche socio-anagrafiche, il bilancio occupazionale del primo trimestre 2024 risulta positivo per tutte le componenti, ma in contrazione rispetto al 2023 soprattutto per gli uomini e gli italiani. Guardando alle assunzioni, stabili nel confronto con l’anno precedente sia a livello complessivo che per genere, si rileva un calo per gli italiani (-3%) e gli adulti (-2%) contrapposto ad un aumento per gli stranieri (+7%) e i senior (+9%).

Il saldo nei primi tre mesi dell’anno è positivo in tutte le province, tranne a Belluno (-700) dove incidono gli effetti della chiusura della stagione invernale; esso risulta in ridimensionamento rispetto all’analogo periodo del 2023 a Vicenza, Padova e Treviso e in crescita a Verona e Venezia, soprattutto nell’ambito delle attività turistiche.

La domanda di lavoro, stabile a livello regionale nel confronto con lo stesso trimestre dell’anno precedente, diminuisce nei territori di Venezia (-5%) e Vicenza (-4%), mentre registra gli incrementi più significativi a Verona (+6%) e Belluno (+7%). Nell’ultimo mese concluso il bilancio mostra le stesse dinamiche rilevate nel trimestre, mentre guardando alla domanda di lavoro per Venezia si osserva un significativo incremento delle assunzioni registrate nel mese (+8%, prevalentemente contratti giornalieri in ambito cinematografico) sebbene nel trimestre risultino ancora in calo.

Dal punto di vista settoriale, i dati riferiti al primo trimestre del 2024 mostrano bilanci positivi per tutti i tre macro-settori.

Per l’agricoltura il saldo è di +4.300 unità, lievemente meno favorevole rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in quanto, all’aumento osservato nelle assunzioni (+7%), si contrappone un più marcato incremento delle cessazioni (+11%).

L’industria segna un bilancio positivo (+5.300) seppur in progressivo ridimensionamento rispetto al biennio precedente: tale andamento è determinato prevalentemente dal comparto metalmeccanico (che presenta un saldo positivo ma più che dimezzato rispetto al medesimo periodo del 2023) e, nel made in Italy, dall’industria tessile e abbigliamento (che condivide solamente con quella calzaturiera un saldo negativo in contrapposizione agli altri ambiti industriali).

Anche nelle costruzioni, la crescita delle posizioni di lavoro in essere segna un rallentamento.

Nel terziario il saldo relativo ai primi tre mesi dell’anno (+18.700) si conferma invece in crescita nel triennio; aumentano infatti le assunzioni (+3% sul 2023) a fronte di una stabilità nelle cessazioni. Il bilancio positivo del macro-settore è trainato dai servizi turistici (+11.500), che segnano performance in miglioramento rispetto agli anni precedenti (complice anche l’anticipo delle cadenze temporali legate alle festività pasquali); anche gli altri comparti registrano saldi positivi sebbene alcuni siano in contrazione rispetto all’analogo periodo del 2023, in particolare la logistica, il commercio al dettaglio e le attività di supporto alle imprese. L’incremento delle assunzioni nel macro-settore osservato nel periodo (+3%) è trainato da servizi turistici (+8%), commercio al dettaglio (+5%) e servizi di pulizia (+14%); all’interno del terziario avanzato, per l’editoria e cultura si rileva un netto calo dei reclutamenti rispetto all’inizio del 2023 quando era stato registrato un picco di attivazioni di contratti di brevissima durata (soprattutto in ambito cinematografico).  

L’incremento delle conclusioni contrattuali registrate nel mese di marzo (+3% sul 2023) si concentra nelle chiusure dei rapporti di lavoro a termine (+4%). Come nei mesi precedenti, le dimissioni risultano sostanzialmente stabili sui livelli del 2023 mentre crescono i licenziamenti economici individuali.