Scaroni ha inoltre aggiunto, come sta poi sta emergendo dal dibattito politico nel Regno Unito, come gli inglesi siano particolarmente interessati al mercato unico più che ad una reale unione politica, economica, valutaria e monetaria (non a caso l’Euro non ha mai fatto breccia oltre manica).
“Obama si era preannunciato in favore della permanenza del Regno Unito, che è piattaforma americana in Europa – ha aggiunto, sempre in occasione dell’Assemblea degli Industriali Berici, l’Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti Armando Varricchio - . Oggi le grandi democrazie del mondo devono stare insieme, è l’unico modo per fronteggiare questa grande instabilità”.
Le situazioni di instabilità geopolitica in Medio Oriente e nel bacino del Mediterraneo sono state inoltre affrontate in Assemblea, intitolata non a caso Il Settimo Continente, dal Sottosegretario agli Affari Esteri Benedetto Della Vedova e dal consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionale Stefano Silvestri.
Della Vedova ha voluto fin da subito ridimensionare il fenomeno migratorio, in calo, dicono i numeri. Al di là della questione dei rifugiati e aventi diritto d’asilo, per quanto riguarda i migranti economici “abbiamo chiesto col Migration compact un’iniziativa che metta in gioco l’Ue – ha spiegato il sottosegretario -. Dobbiamo operare in collaborazione con i paesi africani con proposte concrete: aiuto in cambio di partnership nella gestione dei flussi”.
“Abbiamo perso tempo quando il Mediterraneo stava diventando il lago europeo. Ora siamo ostacolati da medie potenze come Turchia, Iran, Arabia saudita ed Egitto che hanno ambizioni che non coincidono con le nostre – ha aggiunto Silvestri -. In Libia, Francia e Inghilterra hanno sicuramente interessi, è da vedere quanto diversi dai nostri, ma credo ci sia volontà di arrivare ad un concordato tra paesi europei su cosa fare”.
Della Vedova si riaggancia alla Libia sostenendo il contributo italiano alla stabilizzazione guidata dall’Onu, “lo sforzo che questo governo sta facendo è quello di legare la proiezione internazionale alla crescita in termini di internazionalizzazione delle nostre aziende. Quello che si è visto sull’Iran e che spero possa accadere in Libia è che una posizione di dialogo dà buoni frutti”