26/06/2019

Rapporto sull'industria italiana:  "Rinnovare i settori e i paesi di destinazione dei prodotti"

Il quarto dei dieci messaggi chiave elaborati dal Centro Studi Confindustria sui fenomeni in corso nella manifattura italiana e mondiale.

La manifattura mondiale sta uscendo da una lunga fase di sviluppo, avvenuta nel segno della globalizzazione. Il tramonto di questa fase, che aveva visto affermarsi a livello mondiale una visione multilaterale degli scambi internazionali e una progressiva liberalizzazione dei mercati, apre un orizzonte nuovo, e pone le economie industriali (antiche e recenti) di fronte a percorsi inediti.

Per dare un contributo all'analisi del fenomeno del cambiamento globale, il Centro Studi Confindustria ha elaborato dieci messaggi chiave sui fenomeni in corso nella manifattura italiana e mondiale nel suo "Rapporto sull’industria italiana 2019".

Di seguito il punto numero 4, il precedente, "Rilanciare la domanda interna" è qui

4. L’Italia continua a rinnovare i settori e i paesi di destinazione dei suoi prodotti

Nonostante la contrazione dei livelli di attività subita negli anni della crisi, e nonostante il crescente diffondersi dello sviluppo industriale verso nuove aree economiche, l’Italia è nel 2018 ancora la settima potenza manifatturiera del mondo (vedi immagine in alto).
A questo ruolo ne corrisponde uno altrettanto rilevante dal punto di vista della capacità di esportare (e Vicenza in questo senso è da considerarsi la capitale italiana dell'export), che vede il paese al nono posto nel mondo (per questo il presidente Luciano Vescovi ha chiesto al Ministro degli Esteri una più incisiva rappresentanza italiana all'estero).

Nella media dell’anno la dinamica delle esportazioni italiane di manufatti è risultata in rallentamento rispetto al 2017, ma è stata in linea con quella degli altri principali partner europei (Francia, Germania e Spagna). Ha pesato negativamente la presenza di economie in crisi (Argentina, Turchia e Venezuela), di sanzioni europee ancora in vigore (Russia) e di decelerazioni dell’import (Cina).

La capacità di aggiustamento tra paesi e tra settori è vitale per lo sviluppo di una manifattura moderna e sempre più integrata – anche attraverso catene del valore ormai globali – nel contesto internazionale. In questa prospettiva continua il ri-orientamento – lento ma costante – dell’export italiano verso mercati di destinazione più dinamici. Ed è contestualmente in riduzione il peso dei settori del made in Italy.