26/06/2019

Mappatura delle competenze e polifunzionalità dei ruoli: due elementi chiave per la gestione dei picchi produttivi

Cosa fare se il mercato chiede un incremento della produzione ma la capacità tecnologica è al limite? La risposta di Niuko.

di Francesca Rossetto, Pm Operations e Lean Organization Niuko Innovation & Knowledge
Pubblichiamo su questa testata l'articolo già apparso sul portale www.niuko.it .

Nei mesi scorsi abbiamo raccolto le istanze di alcune aziende alle prese con un aumento della richiesta del mercato e con un incremento del mix produttivo, a fronte di una capacità tecnologica ormai arrivata al limite: si sono rivolte a noi chiedendo una consulenza per l’attivazione di un secondo o terzo turno.

Un’esigenza da cui sono nate alcune riflessioni condivise con Maurizio Faccio, Docente di Impianti Industriali e Logistica dell’Università degli Studi di Padova: stimoli e considerazioni che abbiamo proposto lo scorso 20 maggio in occasione di un appuntamento promosso dall’Hr club di Confindustria Vicenza.

Quella dell’attivazione di un nuovo turno è una strada percorribile, ma bisogna essere consapevoli che non è così semplice come può apparire: servono risorse umane con conoscenze e competenze adeguate, la capacità di gestire il coordinamento fra turni e l’aumento della frequenza di approvvigionamento.

Ecco che in casi di questo tipo invitiamo le aziende a chiedersi prima se è davvero necessario arrivare all’attivazione di un ulteriore turno per aumentare la produttività o se è possibile muovere prima altre leve: in alcune situazioni, è opportuno intervenire – sfruttando semplicemente le tecnologie già “in casa” e le competenze degli operatori – accorciando i tempi di attraversamento o spostando la customizzazione a valle, in modo da semplificare la produzione e gestire in modo più efficace il mix. Spesso questi interventi possono essere sufficienti a rispondere all’esigenza di partenza. Nel momento in cui si valuta invece la necessità di aggiungere un turno, è poi opportuno pianificare con cura ogni passaggio, a partire dal confronto fra l’area Hr e l’area Operations.

SECONDO O TERZO TURNO: I NODI CRITICI DA CONSIDERARE

Bisogna quindi partire dalla definizione di una matrice delle competenze, individuando per ogni ruolo dei magister – in grado di trasferire delle competenze - e delle figure di backup: la mappatura delle competenze, così come un modello organizzativo che garantisca la polifunzionalità, sono due aspetti strategici.

Nel considerare i costi, si deve inoltre tener presente che il terzo turno chiede la presenza di un addetto al primo soccorso e di un addetto all’antincendio, che vanno formati preventivamente.

E’ poi necessario chiedersi se ogni operatore ha individuato gli obiettivi del proprio agire anche nelle micro-attività: spesso la perdita di produttività in situazioni di stress nasce proprio dalla mancanza di chiarezza, con la conseguenza che le “urgenze” vengono prese in carico senza procedure lineari, creando delle interferenze sia con le attività che vengono prima sia con le attività successive e generando così una tripla inefficienza.

Altri aspetti delicati riguardano la gestione della logistica, per evitare che l’approvvigionamento del materiale fra un turno e l’altro generi inefficienza. Bisogna poi considerare attentamente anche l’aspetto del coordinamento tra un turno all’altro, cruciale è poi la manutenzione: da una parte l’assenza di un supporto da remoto in orario notturno può causare blocchi di produzione, dall’altra è necessaria una pianificazione di procedure standard per evitare che in caso di anomalie vengano attivate azioni non coerenti.

Tutti aspetti di cui è fondamentale tenere conto e che vanno pianificati con cura: se non si considerano questi nodi, il rischio concreto è di non ottenere l’effetto preventivato in termini di aumento di produttività.