05/11/2019

Semplificazioni fiscali: le proposte di Confindustria e dei Commercialisti

Numerose sono le proposte di razionalizzazione del sistema fiscale, avanzate congiuntamente da Confindustria e dal Consiglio dei Commercialisti.

Confindustria ed il Consiglio Nazionale dei Commercialisti hanno messo a punto un pacchetto condiviso di proposte di semplificazioni fiscali da sottoporre all’attenzione della Politica, impegnata in queste settimane con la definizione della Legge di Bilancio.

Le misure richieste sono raccolte nel documento congiunto “Imprese e commercialisti per un Fisco più semplice, presentato al pubblico a Roma, il 9 ottobre scorso; e consistono in oltre 50 articolati normativi che declinano in maniera puntuale le azioni ritenute più urgenti da compiere sulla strada della razionalizzazione del sistema fiscale.

Gli interventi delineati da imprese e professionisti si articolano secondo tre direttrici:
* la semplificazione normativa,
* la razionalizzazione degli adempimenti e
* la garanzia di un rapporto equilibrato tra fisco e contribuenti.

Le proposte spaziano dall’ambito IVA e delle imposte indirette a quello IRES e del reddito d’impresa; da quello relativo a IRPEF ed agli adempimenti dei sostituti d’imposta, fino a quello dei tributi locali, toccando gli ambiti dell’accertamento, del contenzioso e della riscossione.

Secondo Confindustria ed i Commercialisti è prioritario intervenire nell’ambito IVA, per ridurre e semplificare la mole di adempimenti e oneri a questi connessi. A quasi un anno dall’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica, è fondamentale che gli sforzi profusi si traducano in risultati concreti in termini di semplificazione e di risparmio di costi, a partire dal rendere annuale la trasmissione del cosiddetto “esterometro”.

Il documento affronta poi alcune significative complicazioni operative, come la gestione di “doppi binari”, che sottrae tempo e risorse agli operatori e che andrebbe regolamentata con maggiore coerenza.

L’equilibrio del rapporto fisco-contribuente, sottolineano i Commercialisti e Confindustria, è spesso compromesso da interpretazioni di prassi in contrasto con i principi della logica giuridica.

Tra le contromisure da adottare per facilitare questo rapporto, il documento vaglia anche i temi della acquiescenza parziale, dell’obbligo generalizzato di contraddittorio preventivo e di comunicazione della chiusura di una verifica anche in caso di suo esito negativo, nonché quello di una razionalizzazione della disciplina degli avvisi bonari.

Una politica tributaria o tax governance sempre più orientata alla prevenzione dei rischi di natura fiscale dovrebbe, inoltre, essere corredata da un ripensamento del sistema delle sanzioni che appaiono, in specifici casi, sproporzionate rispetto alla condotta realizzata.

“Il nostro auspicio - affermano il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci e il presidente dei Commercialisti, Massimo Miani - è che questo lavoro congiunto svolto dalle nostre due realtà possa costituire un valido contributo per il legislatore e per l’Amministrazione finanziaria e che le occasioni di dialogo sul tema delle semplificazioni possano contribuire a riallacciare le fila di progetti di revisione complessiva della struttura e della disciplina dei singoli tributi. Imprese e professionisti continuano a considerare lo Statuto dei diritti del contribuente un presidio per la chiarezza, la logicità e la razionalità delle norme fiscali. Un sistema tributario come il nostro - concludono - caratterizzato da una frenetica discontinuità e da frequenti ritocchi, sempre nuovi adempimenti e regimi speciali, pregiudica, in alcuni casi, quelle esigenze di certezza, stabilità e semplificazione che i contribuenti e gli operatori del settore invocano”.

Non può essere sottaciuto che tra i vari interventi di semplificazione, alcuni sono stati promossi (come numerosi altri non riportati nel documento) da Confindustria Vicenza che li ha individuati e approfonditi sotto il profilo tecnico, grazie al costante dialogo con le proprie Aziende associate.

Così, tra le principali richieste avanzate nel documento congiunto, possiamo considerare anche made in Vicenza, le seguenti proposte:

* per la materia dell’IVA,
- la modifica dell’articolo 26 del DPR n.633/1972, al fine di ripristinare la disciplina di recupero dell’IVA relativa a crediti inesigibili oggetto di procedure concorsuali, permettendo tale recupero fin “dall’avvio” delle procedure stesse; tale modifica era stata recepita dalla Legge di Stabilità 2016 (articolo 1, comma 126, legge n.208/2015), ma non è mai entrata in vigore a causa della completa inversione di marcia operata dalla Legge di Bilancio dell’anno successivo (articolo 1, comma 567, Legge n.232/2016);
- l’immediata abrogazione della “scissione dei pagamenti” (split payment), introdotta nel 2015 e prorogata sino a giugno 2020, ma che oggi si stenta a giustificare in presenza dell’obbligo quasi generale di fatturazione elettronica;

* per il reddito d’impresa, con riguardo al settore delle costruzioni,
- il ripristino della disciplina vigente sino al periodo d’imposta 2018, che prevedeva la deducibilità integrale degli interessi passivi per mutui ipotecari contratti per costruzione o ristrutturazione di fabbricati, quantomeno fino all’ultimazione dei lavori, attraverso la loro capitalizzazione nel costo del bene (ai sensi dell’articolo 110, comma 1, lett. b), del TUIR). Infatti, mentre grazie alla Legge di Bilancio 2019 (art.1, commi 7 e 8, legge n.145/2018), è stata fatta salva la piena deducibilità degli interessi passivi derivanti da mutui ipotecari relativi ad immobili destinati alla locazione, di proprietà delle società di gestione immobiliare, la nuova disciplina prevista dall’articolo 96 del TUIR, in vigore dal 2019, comprende nel limite di deducibilità pari al 30% del ROL (Risultato Operativo Lordo) tutti gli interessi passivi anche se relativi a finanziamenti contratti per la costruzione o ristrutturazione di immobili alla cui produzione è diretta l'attività dell'impresa (i cosiddetti “immobili merce”);

* in merito agli adempimenti del sostituto d’imposta,
- l’opportunità o di sopprimere l’applicazione della ritenuta d’acconto sul TFR da parte del datore di lavoro oppure di prevederla con la sola aliquota minima dell’IRPEF, anche in considerazione del fatto che l’Agenzia delle entrate provvede a riliquidare l’imposta definitiva sulle indennità di fine rapporto maturate dal 2001; e più in generale, di semplificare gli adempimenti del sostituto d’imposta circa la tassazione del TFR. Lo spirito di semplificazione alla base di queste ripetute segnalazioni di Confindustria Vicenza riecheggia nella proposta attuale di Confindustria nazionale per la liquidazione in un'unica soluzione dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione del TFR, in luogo dell’attuale calcolo in acconto ed a saldo; oltre che nella richiesta di abrogare tout court la norma che prevede la riliquidazione dell’imposta definitiva sulle indennità di fine rapporto;

* per vari ambiti fiscali,
- la conversione in euro degli importi ancora espressi in lire nel TUIR e, ove possibile, la rivalutazione ai valori correnti dei limiti di importo cristallizzati da decenni, non più attuali ed oggi, spesso, irrisori (in particolare, nella disciplina del reddito di lavoro dipendente). Del resto, dopo più di sedici anni dall’introduzione dell’euro come valuta legale, molti parametri contenuti nel TUIR sono ancora espressi in lire, così da rendere necessarie conversioni in euro che determinano importi con decimali di non facile lettura e memorizzazione.

Questa succinta sintesi non esaurisce, beninteso, il panorama dei suggerimenti che Confindustria Vicenza propone sui diversi temi della fiscalità, presso i referenti nazionali del nostro Sistema; ad esempio, tra le iniziative più recenti, vanno annoverate:
- la proposta di soluzione della (pretesa) incompatibilità tra la “detassazione degli investimenti ambientali” (cosiddetta “Tremonti-ambiente”) e le agevolazioni del “conto-energia”;
- la richiesta per consentire l’iper-ammortamento dei magazzini-autoportanti, poi realizzatasi nel senso atteso;
- le proposte di modifica normativa per ridurre gli oneri finanziari a carico delle aziende tenute ad applicare lo sconto in fattura sugli interventi antisismici e di riqualificazione energetica;
- nelle scorse settimane, nella materia delle cessioni intracomunitarie, l’interpretazione, tecnicamente argomentata, circa la complementarietà del nuovo Regolamento UE n.2018/1912 sulle prove del trasporto internazionale, rispetto le vigenti direttive dell’Amministrazione finanziaria; e,
- negli ultimi giorni, sul fronte della bozza di decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020, l’allarme sulla previsione del differimento temporale alla presentazione delle dichiarazioni annuali dell’IRES, dell’IRPEF, dell’IRAP per i crediti dalle stesse emergenti, e del mod.770 per i crediti da ritenute dei sostituti d’imposta; nonché quello sull’istituzione del nuovo inedito obbligo in capo al committente di un appalto, subappalto, subfornitura e affidamento a terzi di servizi in genere, di effettuazione delle ritenute dovute dal prestatore.

Alleghiamo il documento “Imprese e commercialisti per un Fisco più semplice” elaborato congiuntamente da Confindustria e dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti.