20/11/2019

Germania: Pil e export in calo, ma è sempre il nostro primo mercato

I consigli di FarExport per capire come poter migliorare le performance sul mercato tedesco (video).




I flussi di import ed export per l’Italia vedono ancora la Germania come primo paese di riferimento, anche se negli ultimi anni il mercato tedesco ha iniziato a registrare un’inflessione negativa: sono in calo il PIL e le esportazioni e qualche peggioramento arriva anche dalla bilancia dei pagamenti.

I principali acquirenti della Germania sono Stati Uniti, Francia e Cina. L’Italia occupa il 5° posto in classifica, ed è al 5° posto anche tra i fornitori, dopo Cina, Olanda, Francia e Stati Uniti.

Dal Bel Paese i tedeschi importano principalmente macchinari, auto e componentistica, ma anche generi alimentari, acciaio e ferro e a loro volta ci vendono in primis auto e componentistica, insieme a macchinari, generi alimentari, elettronica e materie  plastiche.

Anche tra le aziende vicentine sono molte quelle che guardano al mercato tedesco e per questo FarExport ha organizzato degli incontri con ITKAM (la Camera di Commercio Italiana per la Germania) che ha tra i suoi principali obiettivi quello di favorire ed incrementare le relazioni economiche e la cooperazione tra le imprese di entrambi i Paesi. Ne sono emersi alcuni punti interessanti che desideriamo condividere, perché come sempre ciò che più conta per avere successo nell’interscambio commerciale è conoscere la mentalità dell’interlocutore.

Ma cos’è importante per fare affari in Germania? 
In primis la comunicazione: non tralasciare i contatti frequenti e i chiarimenti (anche se riguardano aspetti negativi o spiacevoli), incontrare regolarmente l‘acquirente (almeno una volta all’anno), invitandolo a sua volta a visitare l’area di produzione, determinare con chiarezza e in accordo le specifiche del prodotto e della consegna, dimostrandosi coinvolti nel processo di pianificazione sin dall’inizio.

Gli aspetti, infatti, che infastidiscono maggiormente la controparte tedesca sono, per contro, la scarsa qualificazione delle risorse umane e del management, insieme alla mancanza di strategie e ai modelli di pianificazione inadeguati.

Interessante sottolineare che normalmente i tedeschi scelgono le nostre aziende sia per il time benefit in termini di trasporti e logistica, legato alla vicinanza geografica, sia per le piccole/medie dimensioni e il livello di qualità garantito.


Photo by AC Almelor on Unsplash