15/04/2020

Rino Mastrotto: “Urgente riprendere alcune lavorazioni per evitare un serio impatto ambientale e sanitario”

Il Presidente della Sezione Concia di Confindustria Vicenza: "Impatti non solo economici".

La prosecuzione della sospensione delle attività delle imprese conciare sono un enorme problema da un punto di vista economico, le cui ripercussioni sui volumi di produzione sarà purtroppo importante che speriamo di poter reggere senza danni ulteriori al nostro sistema”, non vuole indorare la pillola Rino Mastrotto Presidente della Sezione Concia di Confindustria Vicenza, in rappresentanza quindi delle principali aziende di quello che è il primo distretto della concia italiana per produzione e numero di addetti nonché uno dei principali d’Europa.



Ma la cosa più urgente dovuta a questo stop, che evidentemente a Roma non sono in grado di comprendere nonostante i nostri gridi d’allarme, è la partita ambientale - continua il fondatore della Rino Mastrotto Group - Mi riferisco alla stabilizzazione delle pelli grezze provenienti, per lo più, da un settore essenziale come quello alimentare. La maggior parte delle concerie è a ciclo completo pertanto lavora pelli grezze sia allo stato fresco che salato. Tale materia prima è materiale organico deperibile che necessita di essere stabilizzato per evitare rischi di carattere ambientale e sanitario. Al momento della chiusura sono stati sospesi i nuovi invii da parte dei macelli e ritirati unicamente quelli già viaggianti; ma ci troviamo ad avere uno stock di pelli grezze salate a rischio di putrefazione, anche a causa dell’aumento della temperatura ambientale, avendo già saturato spazi negli appositi locali refrigerati a causa dello stop produttivo. Tale ultima problematica si aggiunge a quella già esposta per le pelli fresche che i macelli non riescono più a stoccare”.

Ma l’urgenza riguarda anche un altro aspetto, quello in riferimento ai prodotti chimici ausiliari alle lavorazioni.
Le modalità d’urgenza con qui è avvenuta la sospensione dell’attività produttiva - continua il Presidente della Sezione Concia di Confindustria Vicenza - non ha consentito l’utilizzo delle miscele chimiche contenute all’interno degli impianti automatici di preparazione. Tali sostanze non possono essere ulteriormente lasciate all’interno degli impianti, pena il rischio di deterioramento che quindi le destinerebbe unicamente allo smaltimento con i conseguenti impatti non solo economici, ma anche e soprattutto ambientali”.

La richiesta del Settore e già avanzata al Governo, è quindi di permettere il riavvio almeno delle attività che possano risolvere queste due questioni: “Nel pedissequo rispetto di tutte le necessarie norme di sicurezza nonché del Protocollo anti contagio formato dalle parti sociali lo scorso 14 marzo, abbiamo la necessità di poter riprendere almeno le lavorazioni che si riferiscono ai due punti elencati sopra ed evitare che, a questa emergenza, si aggiunga anche un ulteriore impatto ambientale e sanitario che è, invero, evitabile appunto riprendendo in maniera circostanziata e parziale, alcune attività conciarie”.