26/05/2020

Sentiment degli imprenditori di Vicenza: dopo il rimbalzo a inizio 2020 arriva il crollo storico

Il Presidente di Confindustria Vicenza: “Il Governo ascolti la voce dell’economia reale. Lo Stato da che parte vuole stare?”.

La rilevazione del sentiment generale degli industriali vicentini, relativamente al primo trimestre 2020, registra un crollo verticale raggiungendo il minimo storico a causa, naturalmente, del lockdown.



Anche il sentiment relativo alla situazione a sei mesi è molto negativo, seppur moderatamente migliore rispetto alla valutazione dello scenario attuale.

Il Leading Indicator Vicenza (LIV), indice che riassume la fiducia degli imprenditori vicentini, tocca infatti il suo punto più basso, -59,5 in una scala da più a meno 100, nella curva riferita allo stato dell’economia attuale, superando di gran lunga il precedente record negativo che fece segnare un indice di -15 nella rilevazione di un anno fa.

Meno negativo, ma sempre ben oltre il precedente record, il sentiment relativo all’economia a 6 mesi il cui indice è pari a -47,4, venti punti sotto il -27,7 della rilevazione di ottobre 2019.

Ci aspettano tempi bui, non dobbiamo mentire a noi stessi, anzi, dobbiamo prepararci per affrontarli nel miglior modo possibile – commenta il Presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi -. Gli imprenditori non sono dei veggenti, ma, specialmente quelli che guidano le nostre multinazionali tascabili che esportano l’80% dei prodotti, hanno ben presente quale sia il polso dell’economia reale a livello globale: bisognerebbe dar loro maggiore ascolto. Invece nelle task force, ricche di personalità davvero importanti, non c’è nemmeno un imprenditore. Non si capisce perché questo governo ce l’abbia con chi crea valore aggiunto e occupazione in questo paese. Moltissimi di noi dovranno riprogettare tutto e ridefinire non solo i livelli ma anche i modelli di business”.

Per quanto riguarda le variabili specifiche, il calo più significativo tocca il portafoglio ordini Italia a 6 mesi, che già nella rilevazione di gennaio era l’unico indice sotto lo zero, il quale vede un peggioramento del sentiment fino a quota -44

Anche per tutte le variabili rilevate, portafoglio ordini estero, investimenti, occupazione, i risultati ottenuti sono i peggiori da quando è stata avviata la rilevazione del LIV (luglio 2015 in merito al secondo trimestre 2015).

Un particolare balzo negativo, visto ovviamente che il lockdown ha colpito a ripetizione tutti i paesi del mondo o quasi, è quello registrato dal portafoglio ordini estero anche perché era quello che, in precedenza, aveva invece l’indice migliore di tutti. Proprio per questo il colpo alla fiducia è stato forte, tenendo anche conto che nell’ultima rilevazione congiunturale, tra tutti i dati negativi, proprio le vendite verso l’estero, e verso l’UE in particolare, erano quelli meno drammatici.

Ora dal Governo ci aspettiamo chiarezza e uno stop al clima anti-imprenditoriale che ha caratterizzato da troppi anni, purtroppo, la storia di questo paese – prosegue Vescovi -. Il rincorrersi di informazioni confusionarie, i ritardi nell’arrivo della liquidità, della cassa integrazione, dei 600 euro per i professionisti, per non parlare dei pagamenti della PA (che non dipendono dal virus), l’attesa di un Dl rilancio che era Dl aprile e che ancora attendiamo nonostante sia stato presentano in pompa magna in diretta tv, in questo senso non solo non aiutano, ma fanno un sacco di danni alla fiducia degli imprenditori. E senza fiducia non ci sono investimenti. Senza investimenti non c’è competitività e produttività e quindi, in definitiva, non c’è lavoro. E allora la Repubblica fondata sul lavoro non regge più. Questo rischia di portarci la troika in casa, non certo il MES che invece ci serve in fretta”.

L’indice, rilevato trimestralmente per il Centro Studi di Confindustria Vicenza, è stato elaborato dall'équipe del professore ordinario di strategia aziendale all'Università di Verona Andrea Beretta Zanoni che afferma: “Il quadro fortemente negativo che emerge da questa rilevazione era decisamente atteso, e conferma la profondità dello shock economico lato offerta che ha subito il sistema produttivo vicentino (come peraltro ha subito pressoché tutto il mondo). La rilevazione precedente (gennaio) non incorporava ancora gli effetti del COVID-19: il che rende ancora più ripida la discesa nella curva del sentiment, sia a livello generale sia a livello delle singole variabili. Bisognerà attendere la prossima rilevazione per comprendere quanto la fiducia delle imprese si sia orientata nuovamente verso una prospettiva di miglioramento: il fatto che il sentiment a sei mesi sia attualmente meno drammatico di quanto sia il sentiment attuale è l’unica, timidissima, nota positiva della presente rilevazione”.