27/05/2020

Le telecomunicazioni alla prova del Coronavirus: molte le richieste di connessioni dati

Fabrello, CEO Venetcom: "Investire, non solo risparmiare".

"Finché non arriva il vaccino, la medicina contro il virus siamo noi". Ironico anche in emergenza Luca Fabrello, 41 anni, CEO di Venetcom che commercia servizi aziendali di telecomunicazioni e information and communication technologies. Da una vita dentro tecnologia e informazione, il manager vicentino – portavoce del Distretto della Scienza e Tecnologia – da fine febbraio è sotto pressione. "Ho fatto più videoconferenze che in una vita – scherza –, ho i funzionari che incontrano clienti via webcam, abbiamo dovuto stoppare le attività di call center per fissare appuntamenti e abbiamo messo in piedi una task force in smart working per erogare servizi di customer care e lavorazioni contrattuali. Purtroppo ricorreremo alla cassa integrazione, ma il colmo è che questo virus sta facendo in poche settimane ciò che noi advisor TLC stiamo cercando di fare da anni: avvicinare le PMI all’ICT e favorire la trasformazione digitale".



Venetcom opera su oltre 30mila clienti business PMI e SOHO sul territorio vicentino, veronese e bresciano che investono ogni anno in prodotti e servizi TLC oltre 100milioni di euro. Un battente di centomila linee fisse e altrettante utenze mobili, su cui era la voce a farla da padrone mentre ora i protagonisti sono i flussi dati, con utenti affamati di banda, velocità e giga e con le reti sempre più sotto pressione.

In ambito produttivo, la sete di TLC è problema serio. Da un mese in Venetcom piovono richieste accorate delle aziende: ampliamento di velocità e banda per la navigazione web, attivazione di nuove utenze cellulari, ampliamento dei plafond di giga su utenze già attive, connessioni a casa dei dipendenti, centralini pro smart working. "Da quando c’è emergenza – racconta Fabrello sono cambiate le regole di ingaggio. Si discute poco di prezzi, ma PMI e professionisti vorrebbero tutto subito e senza traumi. Un atteggiamento comprensibile, soprattutto da parte di chi non sempre ha affrontato il tema con lungimiranza". Un’opportunità commerciale solo apparente, perché con organici ridotti e limiti sanitari imposti dall’emergenza si rischiano tensioni: "Ce la mettiamo tutta per soddisfare le richieste ma non possiamo fare miracoli: quando siamo costretti a dire “no”, molti realizzano che le TLC fanno la differenza tra continuare a svolgere un’attività, o chiudere".

La telefonia mobile è più agevole da gestire: grazie ai corrieri che garantiscono consegne sim e al fatto che gran parte dei servizi si attivano on-air, smartphone e tablet sono le àncore di salvezza alle misure di contenimento che stanno mettendo a dura prova il sistema sociale e produttivo. "A Vicenza e Verona abbiamo toccato volumi di richiesta anomali rispetto alla pianificazione standard unita alla gravità del periodo – spiega Fabrello –, e abbiamo chiuso oltre il 200% dei risultati trimestrali attesi sul mobile business". In attesa della copertura 5G, chiavette e router LTE hanno avuto un picco di vendite: alcuni operatori hanno esaurito i magazzini e gli utenti sono ricorsi all’hot-spot su cellulare per gestire la connessione.

Più difficile la situazione delle linee fisse, dove le lavorazioni sono più complesse e sono sorti inevitabili rallentamenti a insabbiare ADSL, FTTC e FTTH quando alle criticità “standard” di copertura broadband e risorse fisiche si sono aggiunte le verifiche e autorizzazioni per tutelare i tecnici che intervengono in Delivery e Assurance: "25mila addetti di rete a livello nazionale – spiega Fabrello –, che arrivano al doppio se si considera l’ecosistema indiretto".

Una cosa è sicura: se fino a un mese fa il mantra TLC era “devono funzionare sempre e costare poco”, in emergenza cittadini e aziende sono disposti a tutto per l’accesso al web. "Non posso capire – punge Fabrello – gli imprenditori che scialacquano per lo smartphone ma vogliono risparmiare sulle connessioni che legano il loro business al mondo, o sono scettici sull’innovazione dei processi che potrebbe aumentare la competitività". Un atteggiamento rischioso, forse mutuato dal fatto che la guerra dei prezzi in Italia ha mandato in fumo più valore che altrove, col rischio di penalizzare un settore strategico. "La concorrenza è fondamentale, vivacizza il mercato e tutela i consumatori – concorda l’AD Venetcom – ma una politica dei prezzi al ribasso senza fine toglie agli operatori capacità di investimento, col rischio di accumulare ritardi e inefficienze rispetto a Paesi più lungimiranti e semplici da servire".

L’Italia è un Paese complesso, dove sviluppo e mantenimento di Rete sono molto impegnativi viste orografia, storicità, diffusione e complessità degli abitati. L’auspicio è che la pausa forzata faccia riflettere su figure professionali e interi settori fondamentali, per educarsi a
sostenere il sistema Paese quando tutto sarà finito. "Non esiste tecnologia buona o cattiva – conclude Fabrello la differenza la fa come l’uomo usa ciò che crea. Per trarre vantaggio dalle TLC bisogna selezionare partner affidabili forieri di vera innovazione, senza timore di coinvolgerli nei processi produttivi". Oggi le TLC permettono alle imprese di respirare e garantiscono informazione e svago a chi sta a casa: "Senza, tutto sarebbe fermo: niente smart working, scuola o film. Forse grazie al Covid-19 si capirà che le TLC sono fondamentali, e che la parola chiave deve essere investire, non risparmiare. Spero che questo pasticcio globale sia per poco, ma insegni molto".