09/06/2020

"Le affermazioni del Presidente Inps su imprenditori pigri e opportunisti sono offensive verso le persone che lavorano”

Vescovi: “Per gli imprenditori chiedere la CIG è un dolore e molte imprese la anticipano"

"Affermare che le aziende non ripartono per ‘opportunismo’ e ‘pigrizia’ va ben oltre l’essere irrispettosi verso le persone che soffrono perché il lavoro non c’è, è un vero e proprio atto offensivo, tanto più quando pronunciato da una persona che occupa il vertice di un istituto chiave per il nostro Paese”, il Presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi replica così alle dichiarazioni che il Presidente dell’INPS Pasquale Tridico ha rilasciato al quotidiano La Repubblica, nell’intervista pubblicata l'8 giugno 2020.

Sulle pagine del quotidiano diretto da Maurizio Molinari, infatti, il presidente dell'INPS ha dichiarato: "Stiamo sovvenzionando con la CIG anche aziende che potrebbero ripartire, magari al 50%, e grazie agli aiuti di Stato preferiscono non farlo". Aggiungendo, poi: "Per pigrizia, per opportunismo, magari sperando che passi la piena e il mercato riparta come prima. In alcuni settori ci possono anche essere imprenditori che non affrontano le difficoltà della riapertura 'tanto c'è lo Stato' che paga l'80% della busta paga. Adesso basta scrivere Covid e noi paghiamo, senza controlli, senza burocrazia, senza sindacati".

Il Presidente degli Industriali vicentini ha, di conseguenza, affermato: A nessuno piace tenere chiusa l’azienda, a nessuno piace dire a una persona di stare a casa, a nessuno piace vedere le produzioni semivuote. C’è gente che ha lavorato una vita e sacrificato tutto per poter costruire una realtà capace di creare valore per il territorio e per il paese e che permetta alle persone di esprimere la propria professionalità e di portare a casa i frutti del proprio lavoro, per se stessi e le proprie famiglie.

E ora, in un momento drammatico, in cui giustamente il capo dello Stato invita tutti ad essere uniti ed evitare fratture sociali, ci troviamo il Presidente dell’INPS che punta genericamente il dito contro gli imprenditori neanche fosse una diretta emanazione di quella scuola di pensiero che ci considera ‘prenditori’, quando invece per ogni imprenditore fare domanda di CIG è un dolore.

Forse non è chiaro, nonostante l’avessimo detto e ridetto, ma le aziende che lavorano, lo fanno in gran parte sulla base degli ordini che sono arrivati prima del lockdown e che si stanno evadendo solo ora. In futuro non sappiamo se andrà meglio o peggio anche perché i mercati mondiali stanno ripartendo a singhiozzo, non è che in un batti baleno gli ordini arrivino come prima. E nel mentre, con il fermo quasi totale di ogni tipo di entrata, le imprese hanno continuato a sostenere costi fissi o, per via delle farraginosità di cui l’INPS dovrebbe sapere qualcosa, ad anticipare la CIG per non lasciare le persone senza un soldo per mesi e mesi.

Noi siamo figli di una cultura per cui l’espressione “tanto c’è lo Stato” è totalmente aliena e vorremmo tanto che lo rimanesse il più possibile. Spero che il Presidente dell’INPS sappia che oggi, per migliaia di aziende, l’alternativa alla CIG non è ripartire, ma chiudere per sempre. E allora, poi, le persone in cassa integrazione diventano disoccupati”.