28/07/2020

In giugno il fatturato cala del 24,5%. A luglio previsti ammortizzatori sociali per il 13% dei dipendenti

Questi alcuni dei risultati della quarta indagine di Confindustria sugli effetti della pandemia sulle imprese.

L’8 luglio Confindustria ha avviato una quarta indagine sugli effetti della pandemia da Covid-19 per le imprese italiane.
In allegato è possibile scaricare il pdf con i risultati del lavoro presentati in modo comparato con quelli raccolti a maggio, subito dopo la riapertura di molte aziende.
 
Segue una sintesi dei principali dati raccolti:
 
• Si è registrato un miglioramento rispetto all’indagine precedente, seppure il quadro rispetto al 2019 resti negativo: in termini di fatturato la perdita media di giugno rispetto allo stesso mese del 2019 è stata del -24,5% (da -48,4% di aprile); mentre in termini di ore lavorate del -17,6% (da -46,3%).
In alcune regioni il calo rispetto all’anno precedente resta molto sopra la media, per esempio in Toscana (-37,7% per il fatturato e -27,9% per le ore lavorate).

• Continua ad aumentare il numero di aziende aperte: l’85,2% delle imprese intervistate ha riaperto totalmente (in maggio erano il 73,8%) mentre il 12,9% lo ha fatto solo in parte (da 20,3%). Le aziende ancora chiuse sono l’1,6% (da 5,9%).

• I dipendenti inattivi si attestano al 17,7%, in riduzione rispetto al 28,5% registrato nell’indagine precedente. L’utilizzo del telelavoro è diminuito, attestandosi al 19,2% dei dipendenti totali delle aziende intervistate (da 29,2%).
Il numero dei dipendenti inattivi varia di regione in regione (con un picco del 48,1% in Campania) e di settore in settore (con un picco dell’87,7% per i servizi di alloggio e ristorazione).
Effettuando un focus sulla manifattura, a fronte di una media del 10,4% di dipendenti che restano inattivi, si nota come tra i settori che stentano maggiormente a ripartire compaiano il comparto tessile (19,5%) e quello della carta (23,9%).

• In calo, seppure resti elevato, il numero dei dipendenti delle aziende intervistate che potrebbe dover ricorrere ad ammortizzatori sociali (CIGO, FIS, etc.): il 13,0% in luglio da 37,6% in maggio.
Anche in questo caso si rilevano variazioni regionali importanti con picchi del 30,9% in Piemonte e del 23,0% in Toscana.

• Dall’analisi delle risposte qualitative risulta chiaro il bisogno di ulteriore sostegno per le imprese da parte delle istituzioni.
È auspicabile che vi siano ancora provvedimenti per facilitare l’accesso alla liquidità e al credito, ma anche un alleggerimento della fiscalità o almeno un rinvio delle scadenze al 2021.
Si richiede anche un prolungamento degli ammortizzatori sociali e di altre misure per rilanciare la domanda.

• L’applicazione dei protocolli sanitari ha fatto sì che ci sia stato un aumento dei costi mensili sostenuti in media per lavoratore pari a 125 euro.

• Per reagire alla crisi le strategie introdotte più frequentemente dalle imprese sono la riduzione dei costi fissi (scelta dal 23,5%) e l’ampliamento dei target di mercato (17,9%).

CONFINDUSTRIA-COVID4-def.pdf