31/03/2021

Luciano Vescovi: "Vaccinazione è priorità per poter pensare ad una ripresa vera"

Il presidente di Confindustria Vicenza: "Contiamo che il recovery plan aiuti le aziende ad investire in competenze e tecnologia".

“La priorità assoluta è aumentare il volume e la velocità della vaccinazione, facendo il massimo sforzo possibile e coinvolgendo anche le aziende, come stanno facendo sia la Regione Veneto che il nuovo Commissario Straordinario Gen. Figliuolo. Questo non solo dal punto di vista sanitario, che chiaramente è la cosa più importante, ma anche per affrontare l’emergenza economica e sociale: è con il vaccino che si esce dalla crisi, gli esempi israeliani, britannici e anche statunitensi non ci lasciano più alcun dubbio”.



Lo afferma il Presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi, andando ad individuare un’esigenza sentita anche dalle centinaia di azienda associate che hanno risposto positivamente all’appello del Commissario Straordinario Gen. Figliuolo alla richiesta di mettere a disposizione i propri locali per potenziare la campagna vaccinale.

Siamo ancora in una fase di ricognizione - aggiunge -, ma la risposta numerosa delle aziende fa capire come sia pressante l’urgenza di tornare a poter spostarsi con facilità in Italia e all’estero, magari anche con speciali corridoi vaccinali che preservino la sicurezza di tutti. Chiaramente, poi, c’è però si sente anche il bisogno di tornare a vivere le nostre città e i nostri paesi, riaprire quelle attività che più di tutti soffrono delle chiusure forzate e che riprendano i consumi. Solo così, con il vaccino e una ritrovata libertà di muoversi, potremmo pensare ad una ripresa vera. Per ora asserviamo attentamente come si muovono i mercati, sempre sull’orlo della fragilità chiaramente, e ci godiamo qualche dato positivo che testimonia come i fondamentali delle nostre aziende siano davvero importanti”.

La 150° indagine congiunturale degli Industriali berici, infatti, ha confermato che, nel periodo ottobre-dicembre 2020, vi è stata una ripresa dell’attività delle imprese manifatturiere vicentine rispetto alle profonde flessioni del primo semestre dell’anno.

Nel 4° trimestre 2020 la produzione industriale è comunque risultata ancora in calo rispetto al 2019 (-1,9%), ma la riduzione è decisamente più contenuta rispetto al trimestre precedente.

A fronte del 42% delle aziende che dichiara cali della produzione, il 33% delle imprese evidenzia aumenti produttivi.

Il numero di aziende che denuncia un livello produttivo insoddisfacente rappresenta il 41% del totale (51% nel precedente trimestre, 35% un anno fa).

Nel mercato interno il fatturato è risultato in calo dell’1%, flessione decisamente meno rilevante rispetto al -4,1% di fine settembre.

Il risultato positivo più significativo è registrato dall’export UE, con un fatturato che è aumentato del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2019.

L‘export extra UE è invece sostanzialmente invariato (-0,1%) rispetto agli ultimi tre mesi dello scorso anno.

Ancora una volta è l’Europa che ci salva - continua il presidente degli Industriali -, confermando come Vicenza sia di diritto parte integrante delle principali catene del valore continentale e che, come conseguenza, si confermi di gran lunga come la prima provincia per export pro capite d’Italia. In quest’anno difficilissimo abbiamo dimostrato come l’apertura verso l’estero e il confronto con le principali realtà manifatturiere del mondo siano le condizioni che ci permettono di essere competitivi anche quando le condizioni sono estreme”.

Sul fronte degli ordini, si è registrato anche qui un leggero miglioramento. La consistenza del portafoglio ordini rimane stabile per il 31%, aumenta per il 30% mentre cala per il 39% delle aziende; comunque, il periodo di lavoro assicurato supera i tre mesi solo nel 23% dei casi.

Rispetto ai primi nove mesi dell’anno, diminuisce ancora la percentuale di aziende che denuncia tensioni di liquidità (11%), ed è in flessione anche la percentuale di imprese che lamenta ritardi negli incassi (17%).

Nei prossimi mesi - aggiunge Vescovi - conterà un uso dei fondi del recovery plan che aiuti le aziende ad investire in competenze e tecnologia nonché a poter cambiare quando serve, dove serve, esattamente come ha detto Mario Draghi nel suo discorso alle camere. Per questo è anche fondamentale, a livello di sistema paese, che si trovi una soluzione al problema delle scuole chiuse. L’istruzione, le competenze ma anche il senso civico vedono nella scuola in presenza un asse primario e la DAD, che per fortuna c’è, sarebbe stato ancor più drammatico senza, non può essere una sostituta a lungo termine”.