21/10/2015

Alternanza scuola-lavoro, presentata al Chilesotti di Thiene la sperimentazione del progetto IMO

“Industria Meccanica per l’Occupabilità” è stata sviluppata da Federmeccanica e Federmanager, in collaborazione con Confindustria Vicenza.

La legge denominata “La buona scuola” introdotta dal Governo Renzi, prevede fra le altre innovazioni l’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro nelle scuole superiori e attribuisce all’impresa un ruolo focale nella formazione degli studenti e nella riduzione del gap fra la domanda e l’offerta di lavoro.

Il nuovo modello di alternanza scuola-lavoro è stato formulato anche in base ad alcuni progetti portati avanti da Federmeccanica e dalle Associazioni Industriali territoriali, fra cui IMO, ovvero “Industria Meccanica per l’Occupabilità”. Sperimentato in dieci città italiane con la partecipazione di 34 scuole e 71 aziende (600 studenti coinvolti), IMO ha fornito le prime indicazioni concrete sulle quali si è costruita la riforma “La buona scuola”.

“Scuole e imprese devono prepararsi a una rivoluzione organizzativa, il cui scopo è migliorare l’offerta formativa e l’occupabilità dei giovani – spiega Federico Visentin, vicepresidente nazionale di Federmeccanica -. Serve innanzitutto un cambio di mentalità: bisogna dimenticare il solito stage e prepararci a un fenomeno di accoglienza continuativa. Confindustria e il Miur hanno lanciato il progetto Traineeship per sperimentare il nuovo concetto di alternanza in 50 scuole italiane nell’arco di un anno, ma è stato IMO a fornire le basi per la stesura della riforma”.

Per illustrare la metodologia, i primi risultati e le prospettive future di questa esperienza, si è tenuto all’istituto tecnico “Chilesotti” di Thiene un seminario organizzato da Federmeccanica e Federmanager in collaborazione con Confindustria Vicenza.
IMO ha visto la partecipazione di 36 scuole, 130 docenti e più di 570 studenti oltre al coinvolgimento di oltre 200 aziende nella realizzazione di progetti di alternanza della durata media di 120 ore.
I percorsi si sono sviluppati a partire da un progetto formativo individuale personalizzato su ciascun allievo adattando le attitudini e abilità di ognuno alle funzioni e opportunità offerte dalle aziende ospitanti. A questo è seguita la fase di programmazione del tirocinio i progetti, l’eventuale assessment e la durata dell’alternanza con successiva valutazione delle prestazioni e certificazione delle competenze.

La sperimentazione ha evidenziato quanto l’alternanza così strutturata risulti essere un’esperienza significativa per gli allievi che hanno vissuto il mondo del lavoro sia a livello tecnico sia mettendo in pratica le necessarie competenze trasversali (rispetto degli orari e degli impegni etc.). Ma l’esperienza è stata importante anche per le aziende che hanno potuto vedere all’opera i ragazzi e valutarne un eventuale inserimento futuro.

Dall’incontro è emerso come ci sia bisogno di uno scatto dal punto di vista della mentalità: la grandi aziende ma anche le PMI, di cui il Nordest è ricco, dovrebbero entrare nell’ottica di mettere a disposizione l’1% delle proprie postazioni lavoro per l’alternanza.