16/12/2015

#greenleather2016: meno acqua e meno chimica con la sperimentazione greenLIFE

Presentati i primi risultati del progetto sperimentale cofinanziato dal programma Life della UE per migliorare la sostenibilità della filiera conciaria.

Nel pomeriggio di martedì 15 dicembre, all’Istituto Galilei di Arzignano, si è parlato di concia e sostenibilità in un convegno organizzato dai partner del progetto greenLIFE, dove LIFE sta per Leather Industry for the Environment (cioè l’industria conciaria per l’ambiente). #greenleather2016, questo il titolo dell’incontro, ha presentato ad un pubblico di imprenditori e tecnici della concia, le innovazioni in termini di miglioramento sull’impatto ambientale e nell’ottimizzazione dell’uso di prodotti chimici, ottenute nei primi 19 mesi di sperimentazioni.

GreenLIFE è un progetto triennale, si concluderà a metà del 2017, che ha ottenuto per circa metà del suo costo di 2,26 milioni di euro, il finanziamento dell’Unione Europea attraverso il programma Life. Le aziende che l’hanno promosso sono le concerie Dani e Gruppo Mastrotto, Ilsa, Ikem e Acque del Chiampo. Studio Promozioni di Vicenza, specializzato nel credito agevolato alle imprese, sta supportando l’ampio e articolato progetto di ricerca. La collaborazione tra aziende della stessa filiera e l’impegno nella ricerca scientifica hanno dimostrato che si può migliorare la sostenibilità del settore, in un comparto come quello italiano della concia, che pesa per il 65% nella produzione europea e per il 18% in quella mondiale.

Dopo i saluti del sindaco Giorgio Gentilin e della dirigente dell’istituto scolastico Carla Vertuani, Guido Zilli (Dani) coordinatore di progetto, ha illustrato i primi risultati raggiunti: -20% di consumo d’acqua nella fase di riviera e -20% di impiego di prodotti chimici. Ha poi spiegato le 5 linee di ricerca, dallo sviluppo di nuovi processi di calcinaio e di concia, al recupero e riutilizzo dei sottoprodotti derivanti dagli stessi processi, alle nuove tecnologie e sistema di depurazione con analisi dell’impatto potenziale, all’interno di un costante monitoraggio ambientale, ma anche socioeconomico, del progetto.
Mariano Mecenero (Dani) ha presentato una nuova tecnica di depilazione ossidativa che permette il recupero di un sottoprodotto che elimina i solfuri dalle acque reflue con benefici per il depuratore e non rilascia solfuri di idrogeno solforato all’esterno; si eliminano i sistemi di trattamento per l’abbattimento e si consegna una pelle finita che presenta meno odore.

Marco Colombina (Ikem) ha parlato di sostenibilità e rinnovabilità degli scarti da convertire in conciati organici. Andrea Loi (Gruppo Mastrotto) che ha sostituito l’indisposto Giorgio Pozza, ha illustrato l’impiego delle cheratine ottenibili dal pelo bovino il cui recupero non risulta affatto complesso, per la produzione di biomateriali e biofilm utili alla bioingegneria.

Franco Cavazza (Ilsa) ha approfondito i processi di recupero per la produzione di fertilizzanti a base di proteine idrolizzate derivanti da sottoprodotti delle fasi di calcinaio e concia chromium-free. Daniele Refosco ha chiuso gli interventi spiegando che Acque del Chiampo valuterà l’impatto delle nuove tecnologie sull’impianto di depurazione e ha illustrato la metodologia Lca (Life Cycle Assessment).

Infine Paolo Gurisatti, presidente del Distretto della pelle: “Dal progetto ne nasceranno altri: confido che la comunità abbia risorse e volontà per arrivare lontano”.