11/01/2017

I ricercatori ASAcampus nel team dell’esperimento CORM, selezionato dall’Agenzia Spaziale Italiana

CORM vuole studiare il danno esercitato dalla microgravità e dalle radiazioni presenti sulla ISS nei confronti delle cellule retiniche.

Studia l’effetto del Coenzima Q10 come contromisura per i danni alla retina indotti dall’ambiente spaziale uno dei progetti di ricerca che saranno effettuati nell’ambito della missione VITA, al via nel maggio 2017 con la partecipazione dell’astronauta ESA di nazionalità italiana Paolo Nespoli.
Tra i ricercatori coinvolti anche la Dr. Monica Monici, la Dr. Francesca Cialdai e il Dr. Leonardo Vignali di ASAcampus, Laboratorio Congiunto tra la Divisione Ricerca di ASAlaser e il Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali e Cliniche dell’Università di Firenze.

“Il Coenzima Q10 (CoQ10) come contromisura antiapoptotica per lesioni retiniche indotte da radiazioni e microgravità nella ISS: esperimento su cellule retiniche in coltura (CORM)” - questo il titolo del progetto di ricerca – è stato selezionato e è coordinato da ASI (Agenzia Spaziale Italiana) nell’ambito della missione NASA/ASI VITA.
I coordinatori scientifici sono il Dr. Matteo Lulli (Principal Investigator, Università degli Studi di Firenze) ed il Prof. Sergio Capaccioli (Co-Principal Investigator Università degli Studi di Firenze), con il coinvolgimento di altri ricercatori dell’Ateneo di Firenze (Dr. Alberto Magi) e di Roma “La Sapienza” (Dr. Stefano Cacchione), oltre ai ricercatori di ASAcampus. Kayser Italia ha invece realizzato l’hardware per l’esperimento

“I nostri studi – spiega la Dr. Monici - si focalizzano sul ruolo di fattori fisici, come la luce e la gravità, nei processi biologici e sull’applicazione che i fattori fisici possono avere in ambito terapeutico. Svolgiamo da molti anni ricerche nel campo della Biologia Spaziale e per noi è molto importante avere l’opportunità di partecipare ad un esperimento che si svolge sulla Stazione Spaziale Internazionale, in condizioni di microgravità reale”.

“CORM - concludono il Dr. Lulli e il Prof. Capaccioli - si pone l’obiettivo di studiare il danno esercitato dalla microgravità e dalle radiazioni presenti sulla ISS nei confronti delle cellule retiniche e di valutare il possibile ruolo protettivo svolto dal Coenzima Q10 verso tali danni. Giacché il CoQ10 è stato oggetto di un nostro brevetto che ha dato esito a un collirio atto alla cura di patologie corneali, riteniamo che, oltre all’impatto diretto sulla salute degli occhi degli astronauti, soprattutto in vista di missioni di lunga durata, il nostro progetto avrà importanti ricadute a Terra per numerose patologie che colpiscono la retina”.