31/03/2017

Nordest-Milano-Torino: il destino è la metropoli orizzontale?

Apre il Festival Città Impresa il convegno sull'interconnessione tra i centri industriali del Nord con Luciano Vescovi e Agostino Bonomo.

Al via oggi, a Vicenza, la decima edizione del Festival Città Impresa diretto dall'editorialista del Corriere della Sera e premiato col Campiello Economia nel 2016 Dario Di Vico.
L'incontro di apertura, intitolato “Nordest-Milano-Torino. Un unico racconto”, ha visto anche l'intervento del presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi che si è confrontato con il presidente di Confartigianato Vicenza e Veneto Agostino Bonomo sull'interrelazione tra il territorio nordestino e le due principali metropoli economiche del nord.

A introdurre il dialogo tra i presidenti, si sono susseguiti gli interventi di studiosi ed economisti del calibro di Stefano Micelli, Aldo Bonomi e Giuseppe Berta che hanno illustrato la loro visione.

Fabrizio Guelpa, responsabile industry e banking della direzione studi e ricerche di Intesa San Paolo, ha invece mostrato dei dati sottolineato l'importante ruolo, nel complesso del valore aggiunto prodotto, che, nel Nordest, svolge l'industria. Nel Veneto si va oltre il 30% (molto più di Torino e Milano che sono attorno al 20%) in cui il peso dell'export è davvero fondamentale, 42,6%, sfruttando così la maggior crescita della domanda internazionale rispetto a quella interna.

Altri dati utili al confronto sono quelli riguardanti le infrastrutture, quelle immateriali (come la giustizia) che si possono misurare prendendo a spunto i tempi di giacenza media per i processi civili in primo grado (273 giorni in Veneto, 184 a Torino e 229 a Milano), numeri insufficiente in confronto all'estero anche se migliori del resto d'Italia.

Non diverse la valutazioni sulle infrastrutture fisiche. Un dato sintomatico sono i km di autostrada per milione di abitanti che si contano nel numero di 120 in Veneto, 194 a Torino ma impressionante è il confronto con una regione di “confine” del Nordest come il Trentino Alto Adige: 453 km.

“Il mondo è cambiato, oggi servono cose nuove per fare industria – ha spiegato Guelpa -: capitale umano con formazione terziaria (Università magistrale, phd etc...), sviluppo dell'R&D e dei brevetti e la disponibilità di servizi ad elevato valore aggiunto (KIBS). Risorse ora concentrare nei grandi centri urbani per cui si rende necessaria una maggiore interazione tra Triveneto e Milano Torino”.

Sul tema dell'interconnessione e del superamento dei vari campanilismi sono stati poi sollecitati i presidenti delle principali associazioni di categoria di Vicenza.

Luciano Vescovi: Nel mondo manifatturiero c'è un consistente numero di aziende che va bene, che è interconnesso col mondo, nonostante il costo fisso che è lo stato italiano. Si tratta di un mondo già interconnesso con Milano e Torino, che si disinteressa delle riforme a metà che fanno più confusione che altro. In questo senso la qualità classe dirigente è elemento decisivo, il modello che viene avanti è il “modello twitter” e così la selezione viene fatta con criteri che determinano i risultati che ci troviamo adesso. Altro problema, di cui si parla poco, è il debito pubblico mostruoso creato tra il '70 e il '93. Solo dopo, col maggioritario e l'Europa l'incremento del debito ha frenato (è stato solo del 7%). Ma anche oggi le risposte politica rasentano la banalità.
Detto questo, l'industria manifatturiera è proiettata verso il mondo, esiste un tessuto connesso col resto del mondo, l'autarchia e le piccolezze della politica appartengono a un mondo che non esiste nella realtà, le aziende non stanno a guardare, l'industria corre e trova le proprie soluzioni. La preoccupazione riguarda le parti deboli del Paese che non hanno queste possibilità.

Agostino Bonomo: Il modello Arsenale 2022 sta provando a superare il campanilismo, dobbiamo 'salire' sul campanile perché ci eravamo illusi che quello che facevamo sarebbe andato bene per sempre. Abbiamo 'messo insieme' associazioni di categoria, cooperative, mondo delle professioni e università su sette temi che saranno le chiave di volta territorio. Li abbiamo presentati alla Regione e ai parlamentari veneti con proposte e soluzioni: c'è stato grande apprezzamento ma i tempi di risposta della politica sono diversi rispetto a quello che ci aspetteremmo.

Altro tema di interconnessione, oltre a quello geo-economico, è anche quello interno, di filiera, tra le imprese industriali e imprese artigiane.

Agostino Bonomo: Non credo ci possa essere in un territorio con la nostra storia, una contrapposizione tra industria e artigianato. Negli anni si è costituita una filiera virtuosa che va dalla grande impresa che ha capacità d'investimenti all'artigiano che è flessibile ed entra e fa parte della stessa filiera della grande impresa.

Luciano Vescovi: Il distretto industriale funziona proprio perché c'è questa stretta interrelazione, artigiano e industriale che non sono in contrapposizione a Vicenza, viaggiano assieme e anche noi (Confindustria e Confartigianato, ndr) abbiamo la stessa visione.