12/07/2017

Vincenzo Boccia: "L’industria italiana è la più forte al mondo"

Il presidente di Confindustria in Assemblea di fronte a 1000 imprenditori vicentini: "Non c’è dicotomia tra imprese e famiglia, ma c’è una cultura antindustriale che pensa che l’industria sia un fattore negativo".

All'Assemblea di una delle principali territoriali d'Italia, non poteva mancare l'intervento del presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia che si è concentrato sui temi del rapporto tra i vari tessuti economico-produttivi e le rispettive organizzazioni imprenditoriali d'Europa, ma anche sui temi di "casa nostra".

QUESTIONE INDUSTRIALE - "Nella terza provincia esportatrice d’Italia - ha detto il presidente di Confindustria - vogliamo dire che per noi c’è una questione industriale che è italiana ed europea, ma non dobbiamo pensare all’Europa senza parlare dei fatti che dobbiamo risolvere noi da italiani".

POLITICA ECONOMICA - "Possiamo costruire una stagione importante, in cui la politica economica diventa espressione di un pensiero economico, partendo da quello che è stato il piano Industria 4.0. Superammortamenti, iperammortameti, ricerca e sviluppo, digital hub hanno determinato un incremento degli investimenti privati del Paese, dell’export (+7%nel primo bimestre), dell’occupazione e del PIL".

IMPRESA E FAMIGLIA - "Chi oggi si chiede se si debbano prorogare gli iperammortamenti delegittima la politica industriale del Governo e i suoi effetti. E chi dice che si è già fatto per le imprese, perché si sono stanziati 20 miliardi, e che ora bisogna fare per le famiglie, non ha capito che se le imprese aprono cancelli perché aumenta l’occupazione, gli occupati sono i figli delle famiglie italiane.
Non c’è dicotomia tra imprese e famiglia, ma c’è una cultura antindustriale che pensa che l’industria sia un fattore negativo.
Dietro al pensiero economico di Confindustria c’è un’idea di società: che la crescita economica non è un fine, ma la precondizione per contrastare disuguaglianze e povertà.
Allora non dobbiamo depotenziare quanto è stato fatto e prorogare gli iperammortamenti. Bisogna tornare ad avere attenzione ai fondamentali dell’economia del Paese, continuare a costruire un intervento organico di politica economica, che parte dal jobs act, arriva a Industria 4.0 e deve essere integrato con un’attenzione al lavoro. Pensiamo che la nostra proposta di azzeramento del cuneo fiscale per le assunzioni dei giovani a tempo indeterminato per un periodo di tre anni abbia molti significati: dare valore al lavoro; includere coloro che sono fuori dalle fabbriche; permettere a quei giovani di costruire un progetto di vita, attivando la domanda".

ORGOGLIO MADE IN ITALY - "Siamo orgogliosi senza presunzione e consapevoli di quello che siamo: essere il 2° Paese manifatturiero d’Europa, quando un’azienda italiana paga il 20% di global tax rate, il 30% di energia e ha negli ultimi anni il 30% di costo del lavoro per unità di prodotto in più rispetto a una tedesca, significa che l’industria italiana è la più forte al mondo e se rimuovessimo un po’ di quelle criticità potremmo diventare il Paese industriale più forte al mondo. Questa è la sfida che noi dobbiamo accettare come Paese e che dobbiamo chiedere alla politica".