Consolida la propria posizione sul mercato internazionale e supera i 590 milioni di euro di fatturato nella prima metà del 2017. Questi i risultati di Bottega Veneta rivelati, in una nota, dal Gruppo Kering di cui la maison con sede a Montebello Vicentino fa parte assieme, tra gli altri, a marchi come Gucci, Puma e Yves Saint Laurent.
Rispetto al 2016, quando il fatturato del primo semestre fu pari a 571,2 milioni, la crescita è del 3,4% grazie ai positivi risultati fatti segnare sia nel primo trimestre (280,4 milioni di fatturato contro i 267,9 del medesimo periodo del 2016) sia nel secondo (da 303,3 milioni del 2016 a 310 del 2017).
Entrando nello specifico, le migliori performance le fanno segnare negozi a gestione diretta (sono in tutto 260, 5 in più negli ultimi sei mesi) che generano ben l'83% dell'intero fatturato e segnano una crescita del 3,6% sia nel primo che nel secondo trimestre nonostante nel periodo osservato si siano limitate le promozioni, azione volta a tutelare il posizionamento e l'esclusività del brand.
È l'Europa occidentale – che rappresenta il 27% del mercato in-store - a far segnare la crescita più significativa (+13,7%); mentre la situazione è più difficile sul mercato giapponese che cala del 2,1% (a causa dei minori acquisti da parte dei turisti cinesi nel paese del Sol Levante) e in nord America (-6,7%).
In linea, invece, con la media totale, +3,4%, la crescita nei mercati emergenti, questa volta però su base annuale.
Per quanto riguarda la categoria di prodotto, sono chiaramente i manufatti in pelle a fare la parte del leone (rappresentano infatti l'85% del fatturato), anche se i risultati che stanno facendo segnare il ready-to-wear e le calzature stanno ripagando degli investimenti e delle strategie sviluppate da Bottega Veneta negli ultimi anni.
Rispetto al 2016, quando il fatturato del primo semestre fu pari a 571,2 milioni, la crescita è del 3,4% grazie ai positivi risultati fatti segnare sia nel primo trimestre (280,4 milioni di fatturato contro i 267,9 del medesimo periodo del 2016) sia nel secondo (da 303,3 milioni del 2016 a 310 del 2017).
Entrando nello specifico, le migliori performance le fanno segnare negozi a gestione diretta (sono in tutto 260, 5 in più negli ultimi sei mesi) che generano ben l'83% dell'intero fatturato e segnano una crescita del 3,6% sia nel primo che nel secondo trimestre nonostante nel periodo osservato si siano limitate le promozioni, azione volta a tutelare il posizionamento e l'esclusività del brand.
È l'Europa occidentale – che rappresenta il 27% del mercato in-store - a far segnare la crescita più significativa (+13,7%); mentre la situazione è più difficile sul mercato giapponese che cala del 2,1% (a causa dei minori acquisti da parte dei turisti cinesi nel paese del Sol Levante) e in nord America (-6,7%).
In linea, invece, con la media totale, +3,4%, la crescita nei mercati emergenti, questa volta però su base annuale.
Per quanto riguarda la categoria di prodotto, sono chiaramente i manufatti in pelle a fare la parte del leone (rappresentano infatti l'85% del fatturato), anche se i risultati che stanno facendo segnare il ready-to-wear e le calzature stanno ripagando degli investimenti e delle strategie sviluppate da Bottega Veneta negli ultimi anni.