13/12/2017

Presentato il rapporto GreenItaly 2017: la green economy è la migliore risposta alla crisi

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: "Le imprese che investono di più in questo campo sono anche quelle che guadagnano e assumono di più".

"Il rapporto GreenItaly di Symbola e Unioncamere ci racconta di un Paese virtuoso che puntando sul rispetto dell’ambiente innova e produce in una chiave che fa della creatività la sua caratteristica dominante", queste le parole del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, alla presentazione del rapporto GreenItaly2017.



"Non si tratta - ha detto Boccia - di aderire semplicemente a uno schema etico ma di prendere atto che le imprese che investono di più in questo campo sono anche quelle che guadagnano e assumono di più rappresentando, come ha riconosciuto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il punto di forza della nostra economia. Un’economia dalla visione larga, inclusiva, che sappia tenere insieme sviluppo e sostenibilità".

"L’Italia verde di cui ci parla Realacci è un’Italia vincente, attenta al territorio e rispettosa dei talenti, che può diventare - conclude Boccia - un riferimento in Europa per la sua particolare capacità di coniugare qualità e bellezza. Un’Italia che sa vedere nel dato ambientale le opportunità che offre senza farsi condizionare dalle criticità che occorre saper fronteggiare.

Graduatoria regionale secondo la numerosità delle imprese che hanno effettuato eco-investimenti
nel periodo 2011-2016 e/o investiranno nel 2017 in prodotti e tecnologie green

La green economy è un formidabile fattore di competitività ed è stata in questi anni difficili la migliore risposta alla crisi. Lo dimostrano i numeri di GreenItaly 2017, l’ottavo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere, promosso in collaborazione con il Conai, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e con il contributo di Ecopneus. Il rapporto misura e pesa la forza della green economy nazionale: più di un’impresa su quattro dall’inizio della crisi ha scommesso sulla green economy, che in Italia significa più ricerca, innovazione, design, qualità e bellezza.

Sono infatti 355mila le aziende italiane, ossia il 27,1% del totale, dell’industria e dei servizi che dal 2011 hanno investito, o lo faranno quest’anno, in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2. Una quota che sale al 33,8% nell’industria manifatturiera, dove l’orientamento green si conferma un driver strategico per il made in Italy, traducendosi in maggiore competitività, crescita delle esportazioni, dei fatturati e dell’occupazione.

Alla nostra green economy si devono già 2milioni 972mila green jobs, ossia occupati che applicano competenze ‘verdi’. Una cifra che corrisponde al 13,1% dell’occupazione complessiva nazionale, destinata a salire ancora entro dicembre. Dalla nostra economia ‘verde’ infatti arriveranno quest’anno 320 mila green jobs e considerando anche le assunzioni per le quali sono richieste competenze green si aggiungono altri 863 mila occupati. Insieme all’occupazione la green economy crea anche ricchezza: i quasi 3 milioni di green jobs italiani contribuiscono infatti alla formazione di 195,8 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 13,1% del totale complessivo.

“Emerge con sempre maggiore forza, la necessità di un’economia più sostenibile e a misura d’uomo e per questo più forte e competitiva. Lo si evince" – afferma il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci - "anche dal Nobel nuovamente dato ad un economista atipico che riflette sulle persone e sulle comunità: quest’anno a Richard Thaler che, con le sue teorie, ha spiegato come i tratti umani incidono le decisioni individuali e gli esiti del mercato. Per andare in questa direzione occorre un’economia che incroci innovazione e qualità con valori e coesione sociale; ricerca e tecnologia con design e bellezza, industria 4.0 e antichi saperi. La green economy è la frontiera più avanzata per cogliere queste opportunità. È l’Italia che fa l’Italia, che non dimentica il passato ma che è insieme innovativa e promettente oltre i luoghi comuni, in grado di affrontare le sfide del futuro, un Paese di cui andare fieri e cui dare credito".