28/12/2017

Addio a Evans Santagiuliana fondatore di Taplast

“Era della generazione che ha conosciuto la fame, i sacrifici, le preoccupazioni ma tirava sempre".

“Era della generazione che ha conosciuto la fame, i sacrifici, le preoccupazioni ma tirava sempre: ‘Fa e tasi’, era solito dire”, così la famiglia Santagiuliana ricorda Evans, fondatore della Taplast, scomparso la vigilia di Natale.
Nato a Bressanone nel 1929, anno del grande gelo, era cresciuto poi a Recoaro passando molto tempo con i bisnonni poiché i genitori lavoravano tutto il giorno a Vicenza. “Gli avevano dato il soprannome di Battista, perché suo nome non suonava veneto, e nella contrada ricordano ancora di Battista, non di Evans”.

Poi raggiunse i genitori che abitavano in Gogna e iniziò a lavorare all’arsenale delle Ferrovie come meccanico tornitore. Lì imparò i segreti delle macchine utensili e della meccanica che all’inizio mise subito in pratica attraverso la passione dei motori elaborando moto e automobili “ricordo ancora – scrive il figlio Paolo - i racconti delle salite per il Costo di Asiago con la sua Renault Dauphine elaborata che staccava tutti all’uscita dei tornanti ma che richiedeva sempre poi una fermata alla prima Barricata per far raffreddare il motore che iniziava a fumare”.

La seconda esperienza fu in una fabbrica nel quartiere Barche, come attrezzista e preparatore di stampi per fare i pennini. Negli anni 50 l’azienda poi iniziò la produzione di plastica termoindurente per fabbricare tappi e il datore di lavoro, Meneghini, per ragioni di età decise di cedere l’azienda: venne così creata la società Bordin&Santagiuliana snc, che subentrarono.
Fu il suo passaggio da dipendente a imprenditore, certamente il riconoscimento delle sue capacità, ma con anche un carico di dure preoccupazioni e debiti.

L’azienda poco dopo si trasferì fuori dal centro in Viale Trieste, “pensate alla logistica del centro storico di quei tempi – ricorda la nota della famiglia - nello scaricare a mano sacchi di materie plastiche uno ad uno per caricare poi tappi confezionati in grandi sacchi di juta del peso di 25-30 kg l’uno portati a spalla”.
Introdussero poi le tecnologie termoplastiche ed Evans iniziò lo sviluppo di brevetti su varie soluzioni sia con prodotti in termoindurente che termoplastico. Celebre fu il tappo a cuspide per aprire il tubetto di alluminio che fornivano alla storica ditta in Toscana Tubettificio Pardini.

“Del periodo – prosegue Paolo Santagiuliana – ricordo i discorsi e i sacrifici che venivano fatti per contenere le spese in casa e poter dedicare i risparmi ad acquistare nuove macchine, il lavoro al sabato per pagare prima le rate, il tornare a riaccendere le presse alla domenica sera tardi perché poi fossero calde per la ripartenza alle 6 del mattino successivo”.
All’interno della sua officina è cresciuta una generazione di stampisti, che hanno poi sviluppato negli anni successivi importanti e riconosciute aziende nel territorio.

Nel 1971, con i due figli che crescevano, decise di creare una propria azienda e acquistò un appezzamento di terreno a Laghetto. Completato l’edificio con i risparmi, tra mutui e soldi a prestito dai parenti nel 1973 costituì Taplast snc (l’abbreviazione di Tappi in Plastica) dove installò la sua immancabile officina stampi con 6 presse ad iniezione. Finalmente completamente in proprio.

“Aveva l’attitudine – continua la nota della famiglia - di studiare e analizzare stampi e prodotti per pensare ed elaborare come costantemente migliorarli. Si era realizzato l’abitazione sopra la fabbrica per poter seguire meglio la produzione. Ricordo gli schizzi a matita su ritagli di carta riutilizzata più volte appesi nell’officina: erano i progetti su cui gli operatori costruivano gli stampi. La soluzione doveva essere sempre minimale e affidabile perché non avevamo molte risorse, e questa cultura si è consolidata nel DNA dell’azienda. Il tempo ciclo era per lui la priorità, ma allo stesso tempo era sempre molto attento alle persone che lavoravano con lui, a cui in un modo o nell’altro aveva sempre dato una mano anche oltre il lavoro”.

Nella costante ricerca del nuovo, poi fu al centro dello sviluppo della pompa in sola plastica che, vincendo moltissimi premi internazionali, creò nel 1995 il presupposto in azienda per diventare conosciuti dalle multinazionali del largo consumo, facendo espandere Taplast nei mercati internazionali.
Dopo oltre 20 anni siamo ancora gli unici al mondo ad aver sviluppato una pompa senza metallo – spiega Paolo - e questo prodotto è diventato l’icona che ci contraddistingue nel mondo in questo settore”.

L’azienda era poi cresciuta così Evans girava per i reparti in bici, sempre per non aver i tempi morti, fermandosi a dare suggerimenti dove qualcosa si inceppava e a discutere degli interventi. Era la memoria storica delle attrezzature e prodotti
“Aveva un metro semplice nella gestione: se c’era molto rumore in fabbrica c’era benessere per tutti. Mi ha chiesto fino alla fine – continua il figlio - quante macchine stessero funzionando ogni giorno”.