La produzione industriale vicentina mantiene il trend di crescita anche nell’avvio del 2018, segnando nel primo trimestre del nuovo anno un +3,16% rispetto allo stesso trimestre del 2017.
Il consolidamento della ripresa dell’ultimo biennio porta ottimi risultati anche per quanto riguarda l’incremento dell’occupazione, che con il +2,12% raggiunge il valore più alto dal 2007, conferma tangibile della crescente richiesta di personale tecnico e specializzato da parte delle aziende.
Per quanto riguarda le vendite resta il segno positivo su tutti i fronti, sebbene i valori siano in calo rispetto al quarto trimestre 2017. Più nel dettaglio si raggiunge il +4,91% sul mercato interno, e il +4,57% sul mercato extra-UE.
Si registra invece un rallentamento sul mercato europeo (+0,62% rispetto al + 5,43% del quarto trimestre), legato in particolare al ciclo economico di Germania e Francia. Si tratta di un calo preannunciato, ma che potrebbe destare alcune preoccupazioni per l’industria vicentina fortemente legata all’export.
La capacità produttiva è considerata soddisfacente per oltre i tre quarti degli intervistati (77%), ed è quasi la metà delle aziende a segnalare un aumento della produzione (46%), a fronte di un calo evidenziato dal 19%.
Il portafoglio ordini è stabile per il 47% delle imprese, e rispetto al primo trimestre 2017 aumenta di sei punti percentuali il periodo di lavoro assicurato oltre i 3 mesi (25%).
Buoni segnali anche per quanto riguarda la liquidità aziendale, rispetto al quarto trimestre 2017 calano le situazioni di tensione (dal 17% all’11%) e diminuisce anche la percentuale di aziende che lamenta ritardi negli incassi (dal 19% al 15%).
I prezzi delle materie prime hanno registrato un incremento medio del +4,13%, mentre quelli dei prodotti finiti un aumento del +1,14%.
Guardando ai principali settori produttivi gli indici di produzione, export e occupazione sono tutti in positivo per l’alimentare; carta e grafica; materie plastiche; meccanica; vetro ed estrattive. Leggero arretramento nell’export per i settori chimica, concia e orafo, mentre il segno meno nell’occupazione è registrato dal settore moda. Registra indici esclusivamente di segno negativo solo il settore legno e arredo.
Vai all'indagine completa.
Il consolidamento della ripresa dell’ultimo biennio porta ottimi risultati anche per quanto riguarda l’incremento dell’occupazione, che con il +2,12% raggiunge il valore più alto dal 2007, conferma tangibile della crescente richiesta di personale tecnico e specializzato da parte delle aziende.
Per quanto riguarda le vendite resta il segno positivo su tutti i fronti, sebbene i valori siano in calo rispetto al quarto trimestre 2017. Più nel dettaglio si raggiunge il +4,91% sul mercato interno, e il +4,57% sul mercato extra-UE.
Si registra invece un rallentamento sul mercato europeo (+0,62% rispetto al + 5,43% del quarto trimestre), legato in particolare al ciclo economico di Germania e Francia. Si tratta di un calo preannunciato, ma che potrebbe destare alcune preoccupazioni per l’industria vicentina fortemente legata all’export.
La capacità produttiva è considerata soddisfacente per oltre i tre quarti degli intervistati (77%), ed è quasi la metà delle aziende a segnalare un aumento della produzione (46%), a fronte di un calo evidenziato dal 19%.
Il portafoglio ordini è stabile per il 47% delle imprese, e rispetto al primo trimestre 2017 aumenta di sei punti percentuali il periodo di lavoro assicurato oltre i 3 mesi (25%).
Buoni segnali anche per quanto riguarda la liquidità aziendale, rispetto al quarto trimestre 2017 calano le situazioni di tensione (dal 17% all’11%) e diminuisce anche la percentuale di aziende che lamenta ritardi negli incassi (dal 19% al 15%).
I prezzi delle materie prime hanno registrato un incremento medio del +4,13%, mentre quelli dei prodotti finiti un aumento del +1,14%.
Guardando ai principali settori produttivi gli indici di produzione, export e occupazione sono tutti in positivo per l’alimentare; carta e grafica; materie plastiche; meccanica; vetro ed estrattive. Leggero arretramento nell’export per i settori chimica, concia e orafo, mentre il segno meno nell’occupazione è registrato dal settore moda. Registra indici esclusivamente di segno negativo solo il settore legno e arredo.
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