24/07/2018

"Il 2017 anno record per l'export vicentino. I venti della guerra dei dazi mettono in difficoltà tutti gli esportatori"

Luci e ombre degli scenari economici internazionali nell'intervista a Remo Pedon, vicepresidente con delega ai Mercati Esteri.

Il 2017 – spiega Remo Pedon, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega ai Mercati Esteri – è stato un anno record per l’export vicentino che ha raggiunto i 17,7 miliardi di euro, confermando la nostra provincia come ‘terza forza’ italiana, la prima per export pro capite”.



Un risultato ancor più straordinario se si guarda la bilancia commerciale, ovvero la differenza tra import ed export, che è positiva per ben 8,47 miliardi di euro, valore che negli ultimi 30 anni è stato superato solo una volta, nel 2001.
Insomma – aggiunge Pedon - le merci e i servizi vicentini nel mondo sono sempre più apprezzati, ma gli insistenti venti di guerra dei dazi stanno mettendo in difficoltà gli esportatori di tutto il mondo”.

Cosa ci stanno dicendo i dati del 2018?
Che stiamo vivendo una fase caratterizzata da luci ed ombre. I dati che StudiaBo ha elaborato sul primo trimestre per la provincia di Vicenza ci dicono che stiamo crescendo oltre il 10% nei principali mercati del Sudamerica e che andiamo bene anche sui primari mercati europei. Insomma, si continua a crescere, la media è del +3,7% con punte nei settori della chimica (+10,5%) e metalmeccanica (+4,7%), però…

Ci sono zone critiche…
USA e Gran Bretagna. Niente di drammatico, ma non possiamo che leggerci un segnale: in un clima di incertezza, tra dazi e Brexit, le aziende sono più prudenti e il mercato cala. Il timore, che purtroppo sta diventando realtà, è che i dazi USA abbiano anche riflessi importanti sulle catene del valore mondiale, andando a danneggiare mercati in cui siamo protagonisti.

Ad esempio?
Oltre ai due paesi citati; Trump ha rimesso in discussione gli accordi con l’Iran nel momento in cui era tornato ad essere un mercato importante. Il ritorno alle sanzioni USA metterebbe in difficoltà gli esportatori che, per timore di entrare in collisione con il governo americano, potrebbero abbandonare quello mediorientale.

Quale può essere una soluzione?
Negli ultimi anni andiamo ripetendo quanto sia necessario puntare anche sui mercati meno battuti. Diversificare le destinazioni del proprio export, cosa sempre sana, è ancora più importante in un momento in cui le incertezze politiche rischiano di punto in bianco di cambiare le carte in tavola in paesi considerati tranquilli. E gli industriali vicentini lo stanno facendo, per la loro capacità di capire e prevedere le problematiche e trovare delle soluzioni alternative. In questo senso Confindustria Vicenza offre tanti strumenti con i propri servizi dedicati ai mercati esteri.

Quali possono essere alcuni di questi mercati meno battuti?
Premesso che far parte del mercato unico europeo è la principale freccia al nostro arco, dato che rappresenta il primo mercato mondiale con i suoi 500 milioni di cittadini, (la Gran Bretagna si sta accorgendo a sue spese di che cosa significa); proprio in questi giorni la UE ha firmato l’accordo di libero scambio con il Giappone, il maggiore accordo mai negoziato tra le due aree economiche. Questa è una grande chance per ridurre gli effetti negativi del protezionismo. E poi ci sarebbe il Canada, grazie al Ceta.

A questo proposito, la posizione del Governo vi preoccupa?
La posizione iniziale sembrava essere di chiusura, ora, grazie anche alla mobilitazione di Confindustria, si parla di fare le opportune valutazioni e chiedere alle aziende, sulla base dei numeri, se l’Italia lo deve ratificare o no. Contando che nella sola Vicenza, si importano merci per meno di 16,5 milioni e si esporta per oltre 170, la risposta mi sembra implicita.