17/10/2018

"Proposition 65": i rischi per chi esporta negli USA

La norma si applica a circa mille sostanze chimiche e impone l'obbligo di indicarne la presenza con dei "warning".

di Stefano Acerbi,
Responsabile Area Mercati Esteri Confindustria Vicenza


È nota l’attenzione della California per le problematiche ambientali ma meno noti sono i rischi per chi vi esporta i propri prodotti.

Nata nel 1986, con l’idea di garantire la salubrità delle acque, la “Proposition 65” ha progressivamente ampliato il proprio campo di applicazione fino a mettere nel proprio mirino circa mille sostanze chimiche sospettate di facilitare le malattie a chi vi viene a contatto.

La legge in realtà non ne vieta l’utilizzo ma obbliga i produttori ad indicarne la presenza con dei “warning” rivolti al consumatore. Un obbligo che per altro coinvolge praticamente tutta la filiera produttiva, anche il fabbricante di un prodotto intermedio, e che lascia pochi margini alla difesa, riservandola alla fase del giudizio, quando i costi delle procedure sono già insopportabili, soprattutto per una PMI.

Stare alla larga del ricco mercato californiano non è sufficiente, basta che il nostro prodotto vi finisca, al termine della catena commerciale, per correre il rischio di una denunzia.

Che fare dunque? A fornire una serie di consigli operativi ci ha pensato lo studio Valla & Associates di San Francisco, partner di Confindustria Vicenza, nella sede di questa ultima.

Per nostra fortuna, come tutte le cose americane, anche la Proposition 65 opera in regime di massima trasparenza. Sui siti Internet si possono controllare le liste dei prodotti incriminati e si possono esaminare tutte le osservazioni tecnico scientifiche che hanno ispirato la decisione di includerle nella lista.

Si può poi risalire a tutte le casistiche giudiziali, per verificare su quali prodotti si sono accaniti i controlli e su quali sostanze si siano concentrate le cause passate. Accanto a tutto questo però l’opportunità di analizzare in laboratorio il proprio prodotto e, in caso di presenza di una delle sostanze listate, l’uso dei “warning” prescritti, in stretta cooperazione con il proprio distributore o cliente americano. Incappare in una denuncia californiana può davvero costare caro.