24/10/2018

Margraf sostiene l'edizione 2018 del Milano Design Film Festival

La proiezione del film "Mis en Scene" sarà preceduta da un cortometraggio sull'opera Arcolitico.

Dopo la recente inaugurazione dell’opera monumentale Arcolitico – un arco parabolico sperimentale in marmo Fior di Pesco Carnico alto 14,5 metri, progettato a computer con avveniristici software parametrici e lavorato esclusivamente a taglio con l’impiego di un telaio a filo, a controllo numerico - Margraf continua a sviluppare nuove frontiere di applicazione di questo straordinario materiale d’eccellenza.



Per consolidare sempre di più la cultura del marmo in architettura, l’Azienda ha deciso di sostenere l’edizione 2018 del Milano Design Film Festival, e ha trovato nel film “Mis en Scene”, diretto da Pep Martín e Xavi Campreciós un perfetto esempio di sintesi tra narrazione artistica e valorizzazione della materia litica. Il marmo venato a macchia aperta, scelto da Mies Van der Rohe nel Padiglione Barcellona, è protagonista degli spazi e nello stesso tempo, a distanza di molti anni, rimane un imprescindibile elemento di contemporaneità.

Oggi come in passato, molti architetti e progettisti, veri e propri “artisti della materia”, hanno saputo interpretare questa pietra naturale ed eterna, esaltandone le caratteristiche, attraverso il suo utilizzo nelle realizzazioni di elevato pregio e valore artistico. Un rapporto indissolubile di cui Margraf è un’interprete straordinaria, lavorando marmi e pietre naturali da oltre 100 anni, con passione immutata e, oggi, con tecnologie sempre più avanzate.

Il Film “Mis en Scene”
Il Padiglione Barcellona, il capolavoro con cui Mies van der Rohe e Lilly Reich hanno messo in scena le loro idee rivoluzionarie nel 1929, ha cambiato per sempre la storia dell’architettura. Ha vissuto solo otto mesi, ma paradossalmente la sua immagine è rimasta viva nelle menti di generazioni di architetti in tutto il mondo, fra le più influenze divenendo una delle sue più grandi influenze. Il padiglione è ancora circondato da miti e misteri che questo documentario affronta, inquadrando l’edificio in un ritratto in due atti di Barcellona che ne ha reso possibile la costruzione nel 1929 e la sua ricostruzione nel 1986. Ci immergiamo in una riflessione sulla capacità trasformativa dell’arte, la percezione emotiva dello spazio e il concetto di capolavoro.