05/12/2018

"Infrastrutture per lo sviluppo: TAV l'Italia in Europa": a Torino oltre 1500 imprenditori in rappresentanza di 3 milioni di imprese

Vescovi: "Mai assistito a una manifestazione così unanime. Il messaggio al Governo è chiaro: si punti allo sviluppo, non esiste decrescita felice".

L'appuntamento del 3 dicembre a Torino, "Infrastrutture per lo sviluppo: TAV, l'Italia in Europa" ha visto una mobilitazione massiccia e unanime di tutta la rappresentanza del mondo produttivo italiano.



Oltre 1500 imprenditori portavoce di 3 milioni di imprese si sono incontrati per dire un "sì" al rilancio degli investimenti infrastrutturali e alle grandi opere strategiche per il futuro del Paese.

Confindustria - con il Consiglio Generale, i gruppi tecnici e i presidenti delle Associazioni territoriali e di categoria - affiancata da 10 Associazioni rappresentative dei commercianti, degli artigiani e delle cooperative, ha voluto in questo modo alzare la voce in opposizione alla politica dello stop ai cantieri e chiedere al Governo di scegliere la via della crescita con l'accelerazione degli investimenti privati.

Credo di non aver mai assistito ad una manifestazione così unanime da parte di categorie diverse e mondi imprenditoriali a volte anche contrapposti", queste le parole del presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi, di ritorno dall'incontro di Torino.

"All’unisono il messaggio al Governo è chiaro: o scegliete di fare la TAV e puntare allo sviluppo, oppure significa che questo Governo sarà quello della decrescita che non può in alcun modo essere felice, ma che sarà portatrice di povertà – che qualche ministro dava per abolita – e declino. - ha proseguito il presidente Vescovi - Chi pensa che l’economia sia dematerializzata prende in giro gli italiani e dimentica che questo Paese è il secondo più manifatturiero d’Europa dopo la Germania, ben prima di Francia, Spagna, Olanda e anche Gran Bretagna. È la manifattura che regge le sorti dell’Italia, non le promesse di qualche politicante.

"I flussi di merci crescono per fortuna, la A4 è insufficiente, a Vicenza, ad esempio, c’è una ferrovia vecchia di 150 anni. Cosa stiamo aspettando? Le infrastrutture fatte a regola d’arte e controllate, nel loro iter, dalle autorità competenti sono portatrici di benefici a lunghissimo termine. Capisco che chi ha in mente solo di conquistare qualche poltrona alle Europee possa infischiarsene, ma qui sono rappresentante milioni di aziende e milioni di persone che creano valore con il proprio lavoro e questo lavoro lo possono fare solo in un Paese moderno collegato all’Europa e al mondo. L’alternativa è dover estendere il reddito di cittadinanza a 60 milioni di persone” conclude il presidente di Confindustria Vicenza.

Massimo Carboniero, il vicentino alla presidenza nazionale di Ucimu, si sofferma sul tema delle esportazioni: "Le imprese vicentine vivono di export e per questo sono sensibili al tema infrastrutture perché possono essere aiutate a velocizzare e a migliorare il servizio. Decidere di tornare indietro è un suicidio".

Presente anche il Vicepresidente di Confindustria Vicenza Remo Pedon, delegato ai Mercati Esteri, che ha sottilineato: "Qui a Torino ci sono 11 categorie produttive che valgono l'80% dell’export italiano. Siamo qui, tutti insieme, per lo sviluppo dell’Italia e tutti d’accordo, pur avendo interessi commerciali diversi, che senza un piano di infrastrutture condiviso con l’Europa di sicuro non potremmo avere alcuno sviluppo".

Tra i rappresentanti di Confindustria Vicenza che hanno preso parte ai lavori di Torino anche Barbara Beltrame Giacomello, Vicepresidente con delega all'Education-Università: "Quello di oggi si è dimostrato un incontro davvero significativo, necessario per far sentire chiara e forte al Governo quale sia la voce di chi produce. Il fatto che tutti siamo uniti su questo tema è indicativo di come senza infrastrutture in grado di supportare la nostra manifattura - la seconda d'Europa - l'economia nazionale rischia davvero di soccombere".

Tra gli imprenditori vicentini Eugenio Calearo Ciman, Presidente del Consiglio Regionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto, che ha messo in evidenza la mancanza nel Governo di una visione ampia e rivolta al futuro: "Dice bene Boccia quando fa notare come una questione di carattere nazionale, per non dire continentale, viene affrontato da questo Governo solo a livello locale. Manca una visione a lungo termine, che prenda in considerazione il benessere delle generazioni che devono venire a favore del consenso locale a breve termine".