15/01/2019

Pubblicato l’inedito “Diario 1963-1971” di Neri Pozza

Giovedì 24 gennaio la presentazione in Libreria Galla a Vicenza.

A trent'anni dalla morte dell’editore, scrittore e artista, esce un inedito di Neri Pozza, il Diario 1963-1971 edito da Ronzani Editore. Uno sguardo privilegiato sulla vita e il pensiero di questo personaggio eclettico e complesso.



L’opera, già in libreria dalla fine di ottobre e presentata in anteprima al festival Profumo di Carta di Isola Vicentina, sarà presentata a Vicenza, in Libreria Galla, giovedì 24 gennaio alle 18. A illustrarla sarà il curatore Marco Cavalli, critico e traduttore, che ha dotato il libro di un’ampia introduzione, mentre a dialogare con lui ci sarà il giornalista Antonio di Lorenzo.

Ci si addentrerà fra le pagine di questo diario fuori dagli schemi ed essenziale nella forma (un fascicolo di fogli sciolti, piegati a metà) e scritto con mano sicura, penne di colore diverso e rarissime correzioni: uno specchio fedele del suo autore all’epoca, quel Pozza che Cavalli, nelle prime righe della sua ricca introduzione, definisce “un radicale testardo, che tiene il piede in molte scarpe, ha modi ruvidi e toni sferzanti, ma è stimato e perfino un po’ temuto negli ambienti letterari ed editoriali che contano”.

Quando lo inizia, nel 1963, ha cinquant’anni, si è sposato da pochi mesi con la scrittrice Lea Quaretti, sua compagna e preziosa collaboratrice da lungo tempo, e forse è sull’esempio di lei che si inoltra in questa pratica, in bilico fra la determinazione a farne una scrittura solo privata e la consapevolezza, nel profondo, che ciò non è nell’indole naturale del letterato.

Ne deriva, per noi lettori di oggi, uno sguardo aperto sull'Italia di quegli anni, tanto più stimolante in quanto lanciato da una prospettiva periferica, obliqua: la prospettiva di una città, Vicenza, con la quale Neri Pozza ha vissuto un rapporto appassionato, pieno di gesti d'affetto e di ripulse.

Lui rimane, molti se ne vanno: “Di tutti costoro – scrive - soltanto io sono rimasto a far la prova se in questa città potevo vivere realizzando me stesso”. E allora, dall’appartamento-studio di ponte San Michele, giudica gli esiti di quegli abbandoni, a volte positivamente, come nel caso di Luigi Meneghello, a volte con biasimo tagliente, come avviene per Goffredo Parise e Antonio Barolini.

Eventi pubblici e vicende private si intrecciano nelle pagine di questo diario, che ci permette di seguire Pozza nei momenti positivi, nell’energia del lavoro e dei progetti, così come tra le delusioni, i dubbi, i problemi di salute. Un viaggio che vale la pena di compiere, per riscoprire una delle personalità culturali più significative del Novecento.