14/03/2019

Via della Seta: Confindustria, ok all’accordo d’intesa con l’UE e senza strappi con partner tradizionali

Obiettivo principale è aumentare export italiano in Cina.

Sì all’accordo con la Cina, ma senza strappi con i partner strategici tradizionali come gli Stati Uniti e, soprattutto, d’intesa con l’Europa. Si può sintetizzare così la posizione di Confindustria alla vigilia della firma del Memorandum of Understanding che il governo italiano si appresta ad apporre con riferimento alla Belt & Road Initiative - meglio conosciuta come Via della Seta – assieme ai massimi rappresentanti della Repubblica popolare attesi a Roma il 21 marzo al seguito del presidente Xi Jinping.



L’obiettivo principale è far crescere le esportazioni italiane in Cina in modo da bilanciare i flussi di merce oggi eccessivamente squilibrati a vantaggio del gigante asiatico. Per quanto riguarda, invece, i progetti congiunti da realizzare nell’ambito dell’intesa l’orientamento è svilupparli in Paesi terzi in modo da potenziare le collaborazioni industriali e agevolare le forniture in quei mercati delle imprese italiane.

Appare evidente - si legge nella nota diffusa da Confindustria -, considerando l’appartenenza dell’Italia all’Unione europea (della quale è socio fondatore) e al gruppo delle prime sette potenze industriali al mondo (G7), che i contenuti dell’accordo debbano essere improntati alla ricerca di una posizione equilibrata che tenga conto degli interessi complessivi nazionali in modo che ciò che si può guadagnare da un versante non si perda dall’altro.

In questo senso, va peraltro ricordato che all’ordine del giorno del Consiglio UE Affari Generali del 20 e 21 marzo figura la discussione sul mandato per avviare le trattative commerciali tra l’Unione europea e gli Stati Uniti. Una decisione alla quale l’Italia dovrà dare il suo pieno sostegno per diversificare utilmente le opportunità di collaborazione con tutti i principali player globali. Così come sarà importante che l’Italia partecipi costruttivamente alla definizione del regolamento UE sullo screening degli investimenti diretti esteri, uno strumento strategico per l’Europa e per il nostro Paese.