28/03/2019

L’indagine: azienda che vai, job title che trovi, profili professionali “sartoriali” nell’era della rivoluzione digitale

Su 208 segnalazioni di posizioni vacanti, 108 profili diversi, spesso “opachi” e difficili da codificare.

Oltre 208 segnalazioni di posizioni vacanti che corrispondono a 108 profili diversi, difficili da “codificare” perché non sono aderenti a un job title specifico, ma chiedono competenze diverse disegnate dall’azienda stessa. Se spesso le indagini relative al mercato del lavoro mettono in luce i trend relativi alle professionalità più ricercate, la survey realizzata da Niuko Innovation & Knowledge, che verrà presentata in occasione di un convegno in programma venerdì 29 marzo nell’ambito del Festival Città Impresa di Vicenza, pone l’accento anche su un altro fenomeno significativo.

L’indagine, che stimolerà il dibattito Se il job title non basta più: nuove skill nell’era dei lavori ibridi (29 marzo, ore 16.30, Palazzo Chiericati, Vicenza) ha coinvolto 91 imprese di tutte le classi dimensionali dei territori di Padova e Vicenza, che nel mese di gennaio sono state invitate a indicare quali profili professionali fossero intenzionate a inserire nei propri organici nei prossimi mesi.

Nel 19% dei casi i profili indicati sono relativi ad addetti alla produzione specializzati: figure come ad esempio addetti a macchine utensili avanzate e saldatori, profili tecnici e operativi cui spesso è chiesta la capacità di utilizzare tecnologie complesse. Al secondo posto fra le figure ricercate figurano i profili relativi ad “addetti R&D, progettazione, sviluppo prodotto” (il 18%, pari a 38 vacancies), mentre in 29 casi le figure sono relative a posizioni di middle management per la produzione. Queste prime tre macro-categorie assorbono nel complesso il 51% delle ricerche: a seguire, nell’ordine, gli addetti commerciali e marketing, gli addetti all’amministrazione e controllo di gestione, gli addetti alla produzione non specializzati.

Risultati che si prestano a una lettura molteplice. A un primo sguardo, le indicazioni sui profili ricercati non riservano grandi sorprese e rispecchiano le tendenze macroeconomiche in atto: la ripresa produttiva pur in un clima di incertezza, la trasformazione dei modelli organizzativi con l’emersione delle figure intermedie chiamate a gestire una mole crescente di dati e di relazioni complesse, l’estensione e l’approfondimento dei processi di innovazione… «Ecco che – spiega Roberto Baldo, responsabile Progettazione Niuko - gli ambiti di inserimento prioritari, ovvero produzione e ufficio tecnico, confermano che l’attenzione è concentrata sull’aumento della capacità produttiva e sull’inserimento di competenze tecniche capaci di qualificare l’offerta aziendale sui mercati internazionali, con un peso crescente dei profili tecnici rispetto a quelli più immediatamente operativi».

I risultati emersi dalla survey denotano però, al tempo stesso, la difficoltà di codificare esattamente la job description necessaria: i profili indicati nella quasi totalità dei casi non sono identificabili con un job title “tradizionale”, perché intercettano competenze prima afferenti a profili differenti. «Un fenomeno – continua Baldo – su cui pesa evidentemente l’attuale frammentazione del mercato del lavoro, che parcellizza la richiesta di competenze in funzione del modello organizzativo, del mercato di riferimento, del tipo di prodotto e delle tecnologie in uso in azienda. L’opacità dei profili professionali pone quindi una sfida notevole agli attori pubblici e privati che si occupano di politiche del lavoro, chiedendo di investire risorse significative per leggere i fabbisogni specifici di ciascuna organizzazione e sviluppare percorsi formativi strutturati per ridurre i gap tra domanda e offerta». Ecco che «il moltiplicarsi di nuovi job title testimonia da un lato la difficoltà di standardizzare il processo di recruitment e dall’altra la necessità di prevedere programmi strutturati di formazione, on-boarding e affiancamento, con l’obiettivo di rendere la funzione Hr elemento fondativo delle strategie competitive aziendali. Non solo: il modello degli hybrid jobs, in cui l’attività lavorativa è presidiata dall’intersezione tra competenze tecnico-professionali, soft e digital, può aiutare a interpretare meglio il compito fondamentale di chi si occupa di creare il match tra mercato del lavoro e fabbisogni aziendali».

L‘appuntamento di venerdì 29 marzo, moderato dalla giornalista del Giornale di Vicenza Roberta Bassan, metterà a confronto Roberto Baldo, Antonio Doro, responsabile risorse umane fischer Italia e Gianluca Bordin, responsabile risorse umane hGears.