03/04/2019

Calo dell’attività in febbraio (-1,3%) e consolidamento in marzo (+0,4%). L'indagine rapida del Centro Studi Confindustria

La produzione industriale italiana è stimata sostanzialmente piatta nel primo trimestre, dopo il forte arretramento di fine 2018.

Il Centro Studi Confindustria rileva un aumento della produzione industriale dello 0,4% in marzo su febbraio, quando è stimato un calo dell’1,3 su gennaio. Nel primo trimestre 2019 si registra una variazione di -0,1%, dopo il -1,0% rilevato dall’ISTAT nel quarto 2018. Il contributo dell’industria alla dinamica del PIL sarà nullo.



La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, arretra in marzo del 3,0% rispetto allo stesso mese del 2018; in febbraio è stimata diminuire del 2,7% sui dodici mesi. Gli ordini in volume crescono in marzo dello 0,2% su febbraio (-3,2% su marzo 2018), quando sono diminuiti dello 0,3% su gennaio (-1,7% annuo).

La produzione industriale italiana nei primi mesi dell’anno ha continuato a evidenziare una forte debolezza, al di là delle fluttuazioni mensili spiegate, in gran parte, da fattori temporanei. Al rimbalzo di gennaio, dovuto anche a una ricostituzione delle scorte, sono seguiti una correzione “tecnica” in febbraio - che ha parzialmente annullato la crescita precedente - e un marginale consolidamento in marzo. La debolezza dell’attività industriale italiana è legata principalmente alla fragilità della domanda interna (specie degli investimenti), verso la quale vanno circa i 2/3 della produzione complessiva. Anche la domanda estera stenta a ripartire, risentendo del rallentamento globale: in febbraio l’export verso i paesi extra-ue è diminuito del 2,2% (dopo un rimbalzo a gennaio), nonostante la forte crescita dei prodotti della cantieristica navale. L’ISTAT ha, inoltre, rilevato un peggioramento dei giudizi sugli ordini esteri in febbraio e marzo, a conferma della scarsa vivacità di questa componente della domanda.

Le indagini condotte presso le imprese manifatturiere evidenziano la debolezza dell’attuale fase ciclica e non lasciano intravedere un’inversione di rotta in primavera. Le attese dei direttori degli acquisti (Indagine PMI, IHS-Markit) sono peggiorate negli ultimi mesi, specie per il calo degli ordini interni e la crisi nel settore automotive. Indicazioni non rassicuranti vengono anche dall’indagine ISTAT sulla fiducia delle imprese manifatturiere che ha continuato a diminuire in marzo (ai minimi da quattro anni), condizionata dal peggioramento delle valutazioni su ordini e produzione (attuali e futuri). Tra le famiglie i giudizi sono meno positivi: l’indice di fiducia è sceso ancora in marzo, toccando i livelli più bassi da agosto 2017. Da rilevare il peggioramento di giudizi e attese sulla situazione economica personale, sul bilancio familiare e sulla disoccupazione, variabili che sono strettamente legate alle decisioni di spesa. Tale andamento può preludere a un aumento del risparmio precauzionale nel breve periodo, con conseguente impatto negativo sui consumi.