09/05/2019

Produzione industriale: diminuisce l’attività in marzo (-1,0%) e in aprile (-0,5%).

L'indagine rapida del Centro Studi Confindustria: annullato quasi la metà del recupero dei primi due mesi dell’anno.

Il Centro Studi Confindustria rileva una riduzione della produzione industriale dello 0,5% in aprile su marzo, quando è stimato un calo dell’1,0 su febbraio.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, arretra in aprile dell’1,1% rispetto allo stesso mese del 2018; in marzo è stimata scendere dell’1,5% annuo.
Gli ordini in volume diminuiscono in aprile dello 0,3% su marzo (-1,2% su aprile 2018), quando sono aumentati dello 0,1% su febbraio (-2,7% annuo).

Il calo dell’attività stimato in marzo e aprile annulla quasi la metà del recupero che era stato registrato nei primi due mesi dell’anno (+2,7% cumulato).
Nel primo trimestre l’incremento della produzione industriale rimane robusto e contribuisce positivamente alla variazione del PIL che, secondo le stime preliminari, è stata di +0,2%.
Parte debole, invece, il secondo trimestre, per il quale è stimata una variazione acquisita negativa (-0,9%), che appare più in linea con la dinamica degli indicatori qualitativi.

Le oscillazioni dell’attività industriale nei mesi recenti sono spiegate, in parte, da una ricostituzione delle scorte nel primo bimestre e da una conseguente stasi nei due mesi successivi, in un contesto di domanda giudicata debole e calante.
Le scorte delle imprese erano state ampiamente utilizzate a fine 2018 quando, secondo la Contabilità Nazionale, avevano contributo negativamente (-0,4 punti) alla variazione del PIL nel trimestre (-0,1%).

La recente dinamica della produzione industriale è coerente con le informazioni qualitative rilevate dall’ISTAT presso le imprese manifatturiere: il clima di fiducia ha continuato a diminuire in aprile (settimo calo consecutivo, minimo da quattro anni); in particolare, negli ultimi due mesi i giudizi sui livelli di produzione sono peggiorati e, contestualmente, le scorte sono state giudicate in calo.

Anche tra le famiglie la fiducia è tornata a scendere negli ultimi tre mesi, raggiungendo i minimi dall'estate 2017, per il peggioramento di tutte le principali componenti dell'indice. Il contesto economico è ancora fragile, caratterizzato da una domanda debole, specie nella componente interna (che conta per circa due terzi della produzione totale). In prospettiva gli indicatori anticipatori (ordini, fiducia, attese) non lasciano intravedere significative svolte.