22/05/2019

Rapporto sull’industria italiana: "Nel mondo qualcosa è cambiato"

Il primo di dieci messaggi chiave sui fenomeni in corso nella manifattura, elaborati dal Centro Studi Confindustria.


La manifattura mondiale sta uscendo da una lunga fase di sviluppo, avvenuta nel segno della globalizzazione. Il tramonto di questa fase, che aveva visto affermarsi a livello mondiale una visione multilaterale degli scambi internazionali e una progressiva liberalizzazione dei mercati, apre un orizzonte nuovo, e pone le economie industriali (antiche e recenti) di fronte a percorsi inediti.

Perciò nel suo "Rapporto sull’industria italiana 2019", il Centro Studi Confindustria ha elaborato dieci messaggi chiave sui fenomeni in corso nella manifattura italiana e mondiale.
Questo è il punto numero 1.


1. Nel mondo qualcosa è cambiato

Nel corso del 2018 l’attività produttiva è apparsa in rallentamento in tutte le principali aree del mondo. Questa tendenza fa seguito a un biennio di espansione già assestato su un sentiero di crescita più basso di quello registrato negli anni più intensi della globalizzazione. Il rallentamento riflette senz’altro fattori di ordine congiunturale, che convergono nel generare un clima di crescente incertezza: orientamento più inward-looking delle politiche commerciali americane; quadro tuttora confuso sui possibili esiti della Brexit; tensioni economiche USA Cina; e, in Europa, rischi connessi all’esito delle elezioni. Ma riflette anche il dissiparsi delle condizioni strutturali che avevano favorito l’esplosione della domanda mondiale negli anni della globalizzazione:

  • la ridislocazione delle catene del valore a scala globale (che aveva determinato un aumento strutturale del volume degli scambi per unità di output);
  • la crescita vorticosa della Cina, prima del suo fisiologico rallentamento;
  • il dilagare del multilateralismo, prima acclamato e poi percepito come fonte di disuguaglianze crescenti, e dunque crescentemente osteggiato e infine ripudiato;
  • il rientro del ritmo di crescita degli investimenti diretti esteri su un sentiero più contenuto, dopo l’esplosione degli anni in cui le catene del valore si sono fatte globali, che ha a sua volta comportato una minore crescita della componente intra-firm degli scambi internazionali.

Cambiano anche le industrie che trainano lo sviluppo, e non tutti i sistemi economici se ne appropriano nella stessa misura (vedi immagine).