05/06/2019

Rapporto sull'industria italiana: "Rilanciare la domanda interna"

Il terzo dei dieci messaggi chiave elaborati dal Centro Studi Confindustria sui fenomeni in corso nella manifattura italiana e mondiale.

La manifattura mondiale sta uscendo da una lunga fase di sviluppo, avvenuta nel segno della globalizzazione. Il tramonto di questa fase, che aveva visto affermarsi a livello mondiale una visione multilaterale degli scambi internazionali e una progressiva liberalizzazione dei mercati, apre un orizzonte nuovo, e pone le economie industriali (antiche e recenti) di fronte a percorsi inediti.

Perciò nel suo "Rapporto sull’industria italiana 2019", il Centro Studi Confindustria ha elaborato dieci messaggi chiave sui fenomeni in corso nella manifattura italiana e mondiale.

Quello seguente è il punto numero 3 (il precedente, “Dal multilateralismo al regionalismo” è qui).



3. Rilanciare la domanda interna
Il rallentamento del commercio mondiale impone a tutti i sistemi economici di tornare a fare affidamento più che in passato sul mercato domestico. È necessario costruire le condizioni per un aumento della domanda interna, per ottenere il quale occorrono più investimenti pubblici e privati. Ne deriva l’esigenza di un ruolo più incisivo della politica economica.

Questo problema può diventare particolarmente acuto in quelle economie emergenti che non sono riuscite ad ampliare la gamma delle loro produzioni, e sono rimaste invece vincolate a una specializzazione ristretta, che a sua volta si riflette in tassi di industrializzazione modesti.

Ma riguarda anche quelle economie industriali europee (vecchie e nuove), tra cui l’Italia, che hanno impostato le loro strategie di crescita su base sostanzialmente individuale: non disponendo alcuna di esse di una domanda interna di dimensioni imponenti, la strategia è stata quella di cercare la domanda altrove, anche nello stesso ambito europeo.

Ne è derivata una visione della politica economica permanentemente orientata ad agire sui fattori di offerta, alla continua ricerca di una maggiore competitività. E dunque a trascurare il potenziale ruolo della domanda interna, vista come fonte di peggioramento del vincolo esterno (via maggiori importazioni) e in ultima analisi come sostegno all’offerta altrui.