Industria meglio in Spagna e Francia.
Confrontando la dinamica della produzione industriale nelle principali economie dell’Eurozona, dal 2023 emerge una forte eterogeneità. La manifattura in Germania e Italia ha mostrato una flessione significativa, mentre in Francia e Spagna presenta un profilo di stabilità o moderata crescita. Nel 2024, in particolare, Germania e Italia hanno registrato risultati molto negativi (rispettivamente -4,6% e -4,0% in media annua), mentre la Spagna ha registrato una variazione di poco positiva (+0,4%) e la Francia ha retto, con una variazione della produzione pari a zero.
Nel 2025 resta il divario.
Nei primi nove mesi del 2025, la produzione industriale segna ancora una riduzione, più moderata, sia in Germania (-1,5% in termini annui), che in Italia (-0,9%). Viceversa, in Spagna si ha un rafforzamento della crescita manifatturiera (+1,0%). E l’industria in Francia resta nel mezzo, con una dinamica nulla anche quest’anno. Guardando ai dati più recenti, dopo un agosto negativo ovunque, a settembre si è avuto un recupero in tutti i paesi: parziale in Germania (+1,9% dopo -4,4%), quasi pieno in Francia (+0,8% dopo -1,0%), più che pieno in Spagna (+0,4% dopo -0,2%). Perciò, nella media del 3° trimestre, in Germania e Italia si registra ancora un calo (-0,8% e -0,5%), in Francia e Spagna prosegue la crescita.
Congiuntura in miglioramento.
Gli indicatori suggeriscono il proseguire della miglior performance dell’industria spagnola nei prossimi mesi. I PMI manifatturieri hanno tracciato bene l’attenuarsi della flessione in Germania e Italia quest’anno; in ottobre, sono poco sotto la soglia neutrale (49,6 e 49,9); per la Spagna, continuano a suggerire espansione (52,1). Anche la fiducia delle imprese manifatturiere sta risalendo in Germania, indicando attenuazione del calo; resta stabile, su livelli più alti, in Spagna e Francia.
Diversi motivi per i divari. Il costo dell’energia più basso in Spagna favorisce la sua industria. Viceversa, la crisi del settore auto colpisce di più la Germania, dove è il cuore dell’industria; anche il dollaro svalutato e i dazi americani penalizzano di più l’export di beni tedesco. In Francia, la recente instabilità politica, insieme ai conti pubblici fragili, ha determinato tassi più alti che frenano l’attività economica, anche industriale.
Prezzi industriali più moderati in Italia.
Nel 2025 le imprese industriali italiane stanno aumentando i prezzi di vendita in modo moderato (+0,8% nei primi 9 mesi, in termini annui), dopo l’aggiustamento al ribasso nel 2024 di entità analoga (-0,8%): dunque, i prezzi industriali oggi restano vicini ai picchi toccati due anni fa, che erano stati raggiunti con i marcati rialzi del 2021-2022 sulla spinta dell’anomalo rincaro dell’energia. L’andamento dei prezzi industriali in Italia è storicamente simile a quello degli altri principali paesi europei, solo di recente si osserva un disallineamento: da un lato, la dinamica in Germania, dove i prezzi sono saliti più che in Italia fino al 2023 e hanno registrato un ulteriore aumento nel 2024-2025 (+1,1% a settembre dal picco di marzo 2023); dall’altro, in Italia, Francia e Spagna i prezzi sono rimasti più o meno stabili nell’ultimo biennio, oscillando intorno ai massimi, con una flessione poco più accentuata in Italia (-0,7% dal picco). In particolare, le imprese industriali italiane nei settori a valle, quelli dei beni di consumo, hanno mostrato un profilo dei prezzi più basso, lungo il rialzo del 2022 e ancor di più negli anni successivi: questo ha riflesso la maggior debolezza della domanda in Italia. Nei settori dei beni strumentali e intermedi, invece, la dinamica dei prezzi italiani è vicina a quella negli altri paesi. In Germania, nelle tre tipologie di industrie, si registra la dinamica maggiore dei prezzi: ciò può aver contribuito alla peggiore performance sui volumi.
Differenziate pure le prospettive future.
Per l’Italia, il consumo di beni migliorerà lentamente, l’export di beni rimarrà debole, se non in calo a causa di dazi e dollaro. Molto dipenderà dalla dinamica degli investimenti: ma sul breve periodo, non ci sono aspettative di significativa crescita della produzione. In Germania, invece, le ingenti spese previste per infrastrutture e difesa avranno impatti positivi dal 2026, riducendo i divari. Per l’industria francese, cruciale sarà la gestione dell’instabilità. In Spagna, i fattori di competitività (come l’energia) non spariranno nel breve e ciò significa che è attesa ancora una dinamica industriale migliore.
Direzione A. Fontana, coordinamento C. Rapacciuolo, contributi di: Buccellato, Di Colli, Marchetti, Mazzolari, Olivari, Pignatti. CSC - Viale dell’Astronomia, 30 – 00144 Roma - www.confindustria.it - Dati aggiornati al 19 novembre 2025.

