14/03/2013

“InOltre”, parte da Santorso il centro di ascolto che aiuta gli imprenditori in difficoltà

Un team di psicologi specializzati coordinati da Emilia Laugelli (foto), è disponibile, 24 ore su 24, 7giorni su 7, per assistere chi è in depressione a causa della crisi. Si può chiamare in qualsiasi momento il numero verde 800334343.

Una stanza chiusa nell'ospedale di Santorso, stretta tra corridoi bianchi e atri interni. Luce artificiale, un tavolo, un pc, un telefono e poco altro. All'apparenza, uno studiolo medico dimenticato e marginale. Nella realtà, il cuore e il cervello di un team di psicologi che si occupa di salvare vite umane che stanno per buttarsi via. Qui lavora un gruppo di esperti abituati a entrare in contatto con persone senza più forza di andare avanti e lavorano per portarle a ritrovare speranza e voglia di riscatto.

E' il Servizio “InOltre”, avviato nel giugno dell'anno scorso su impulso del presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Ne fanno parte cinque psicologi specializzati in gestione dell'emergenza, i quali, a turno, rispondono alle chiamate che arrivano al numero verde 800334343 e che lavorano in collegamento con una rete di psicologi in tutto il Veneto. A coordinare il servizio è Emilia Laugelli, responsabile dell'Unità operativa di psicologia clinica ospedaliera dell'Ulss 4.
E' da Santorso, dunque, che parte l'assistenza in tutta la regione a chi, soprattutto imprenditori e artigiani ma non solo, arriva sul punto di farla finita, travolto dalla crisi economica, dalla depressione, dalla solitudine, dai problemi familiari. Un tema tornato purtroppo di grande attualità in queste settimane, dopo i suicidi di due imprenditori dell'Alto Vicentino.

- Quando e come è nato questo servizio, dottoressa Laugelli?
Nel maggio dell'anno scorso è arrivata la richiesta pressante del presidente Zaia, che voleva far partire un servizio di ascolto per gli imprenditori e per chi non ce la fa a reggere alla crisi. In poche settimane, in partnership con il Dipartimento di psicologia applicata dell'Università di Padova, abbiamo preparato un progetto che si è tradotto nel servizio 'InOltre', un punto di ascolto per tutto il Veneto, attivo sette giorni su sette, 24 ore su 24. Da giugno a oggi sono arrivate 430 telefonate e in questo momento il servizio sta seguendo 150 imprenditori in tutto il Veneto.

- Con quale obiettivo di fondo lavorate?
Quello di accogliere e aiutare le persone che esprimono momenti di depressione e che hanno bisogno di essere ascoltate. Partiamo dall'imprenditore, ma ci rivolgiamo in generale a tutto il mondo del lavoro. Puntiamo a trasformare le difficoltà in una riflessione che porti verso il cambiamento della persona. Con un messaggio che vogliamo dare chiaro e forte: gli strumenti e le possibilità per uscirne ci sono. Quando c'è la capacità e la volontà di chiedere aiuto, la possibilità di riprendersi c'è sempre, anche nelle situazioni più drammatiche.

- Chi chiama al numero verde di InOltre?
Chiamano le persone che vivono direttamente il disagio, ma non solo: spesso a chiamare sono i familiari più stretti, i soci in azienda, qualche dipendente, i colleghi, gli amici.

- Come si riesce, attraverso un mezzo distante come un telefono, ad aprire una breccia di speranza in una persona che esprime un disagio tanto forte da essere a un passo dal suicidio?
Dalla telefonata si capisce il grado di rischio. Si tratta di chiamate che durano anche un'ora, e che si chiudono sempre con un aggancio all'operatore territoriale di riferimento, a seconda del bisogno. L'operatore in tempi brevi contatta la persona e si fissa un primo incontro.

- C'è chi pensa che non andrebbe data troppa risonanza a questi casi di suicidio, perché si finisce con il dare alimento allo spirito di emulazione, quasi a convincere altre persone in difficoltà a seguire la stessa strada. Crede che ci sia un fondamento in questa tesi?
Se vengono enfatizzati, questi episodi possono determinare nella fragilità altrui una spinta all'emulazione. E' come se si regalasse a chi è già fragile un pass per fare la stessa cosa. Quando sembra che ti cada tutto addosso, può capitare di non vedere vie d'uscita. In questi giorni ci ha telefonato la moglie di un imprenditore per farci una richiesta accorata: dite ai giornalisti di non enfatizzare queste storie, sono molto preoccupata dell'effetto che possono avere su mio marito, che attraversa difficoltà simili: dobbiamo guardare avanti, abbiamo dei figli, non posso pensare che compia un atto del genere.

- Per dove può passare la soluzione, se una soluzione esiste, a un problema così difficile da identificare?
Dobbiamo mettere in circolazione la relazione. Quando non ci sono relazioni c'è solitudine, c'è disperazione, c'è morte. Nei momenti di crisi, questo diventa ancora più vero. La salute passa per le relazioni.