Rudy Mariotto, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alle infrastrutture, risponde alle forti perplessità, che assomigliano molto ad una netta chiusura, espresse dall’Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato Italiane Mauro Moretti riguardo la costruzione di una fermata del TAV in territorio berico.
Nei giorni scorsi Moretti ha infatti dichiarato: “I vicentini devono riuscire a trovare una soluzione ragionevole e sostenibile economicamente altrimenti le cose non si fanno”. Ma una soluzione condivisa dal territorio ed economicamente praticabile Confindustria Veneto l’ha già proposta: “Il progetto elaborato alle Ferrovie per la Brescia-Padova – spega infatti il vicepresidente Mariotto - indicava un costo di 8,3 miliardi, invece quello che abbiamo sviluppato noi come Confindustria Veneto ha un costo globale di 4 miliardi, prevedendo modalità di costruzione della linea che sono funzionali al territorio”. Progetto, quello proposto dagli Industriali, che ha già visto d´accordo Regione, Provincia, Camera di commercio e Comune.
Ma oltre al fattore economico e alla condivisione del progetto con le istituzioni, a favore del progetto promosso da Confindustria Veneto gioca anche la posizione strategica di una fermata vicentina in zona Fiera. L’area di Vicenza Ovest è infatti particolarmente favorevole non solo per la prospicienza alla città capoluogo e alla sua densa zona industriale, ma anche agli snodi viari collegati al vicino casello autostradale: “La proposta progettuale su Vicenza – illustra Mariotto - ha due pregi evidenti. Primo, viene prevista una stazione per la fermata dei treni in zona Fiera, che non è in centro storico come accade a Verona o a Padova, ma a soli 1,5 chilometri dal casello autostradale della A4. E forse Moretti dimentica che il Vicentino si trova ormai baricentrico rispetto a un triangolo fatto da infrastrutture come la Milano-Venezia, la Pedemontana veneta e la Valdastico, con il braccio sud fino al Rodigino e, probabilmente, quello nord esteso fino a Trento. Tutto questo fa sì che Vicenza diverrebbe una stazione in grado di essere raggiunta velocemente da un bacino di un milione di utenti».
In attesa delle scelte delle Ferrovie, il territorio si sta comunque dotando di strutture che possano accogliere diverse opzioni per gestire uno scalo dell’alta velocità: “Quello che conta – continua il vicepresidente di Confindustria Vicenza - è che si realizzi il raddoppio dei binari, perché ad esempio il nostro progetto prevede che in Fiera ci siano due alti muri di cemento che consentiranno ai treni Tav che non vogliono fermarsi di passare senza troppi rallentamenti. Se poi Moretti non vorrà far fermare a Vicenza i suoi treni Tav, poco male: vuol dire che si fermeranno i treni Italo, o quelli delle ferrovie austriache che già volevano fermarsi a Vicenza”.
Si rende necessario quindi che quei 120 milioni l’anno dal 2015 destinati dalla Legge di Stabilità alla realizzazione dell’alta velocità delle tratte Milano-Venezia e Napoli-Bari siano utilizzati per procedere al completamento dei progetti per la Brescia-Montebello e Grisignano-Padova, già approvati a livello preliminare, e quello preliminare per la Montebello-Grisignano.
Nei giorni scorsi Moretti ha infatti dichiarato: “I vicentini devono riuscire a trovare una soluzione ragionevole e sostenibile economicamente altrimenti le cose non si fanno”. Ma una soluzione condivisa dal territorio ed economicamente praticabile Confindustria Veneto l’ha già proposta: “Il progetto elaborato alle Ferrovie per la Brescia-Padova – spega infatti il vicepresidente Mariotto - indicava un costo di 8,3 miliardi, invece quello che abbiamo sviluppato noi come Confindustria Veneto ha un costo globale di 4 miliardi, prevedendo modalità di costruzione della linea che sono funzionali al territorio”. Progetto, quello proposto dagli Industriali, che ha già visto d´accordo Regione, Provincia, Camera di commercio e Comune.
Ma oltre al fattore economico e alla condivisione del progetto con le istituzioni, a favore del progetto promosso da Confindustria Veneto gioca anche la posizione strategica di una fermata vicentina in zona Fiera. L’area di Vicenza Ovest è infatti particolarmente favorevole non solo per la prospicienza alla città capoluogo e alla sua densa zona industriale, ma anche agli snodi viari collegati al vicino casello autostradale: “La proposta progettuale su Vicenza – illustra Mariotto - ha due pregi evidenti. Primo, viene prevista una stazione per la fermata dei treni in zona Fiera, che non è in centro storico come accade a Verona o a Padova, ma a soli 1,5 chilometri dal casello autostradale della A4. E forse Moretti dimentica che il Vicentino si trova ormai baricentrico rispetto a un triangolo fatto da infrastrutture come la Milano-Venezia, la Pedemontana veneta e la Valdastico, con il braccio sud fino al Rodigino e, probabilmente, quello nord esteso fino a Trento. Tutto questo fa sì che Vicenza diverrebbe una stazione in grado di essere raggiunta velocemente da un bacino di un milione di utenti».
In attesa delle scelte delle Ferrovie, il territorio si sta comunque dotando di strutture che possano accogliere diverse opzioni per gestire uno scalo dell’alta velocità: “Quello che conta – continua il vicepresidente di Confindustria Vicenza - è che si realizzi il raddoppio dei binari, perché ad esempio il nostro progetto prevede che in Fiera ci siano due alti muri di cemento che consentiranno ai treni Tav che non vogliono fermarsi di passare senza troppi rallentamenti. Se poi Moretti non vorrà far fermare a Vicenza i suoi treni Tav, poco male: vuol dire che si fermeranno i treni Italo, o quelli delle ferrovie austriache che già volevano fermarsi a Vicenza”.
Si rende necessario quindi che quei 120 milioni l’anno dal 2015 destinati dalla Legge di Stabilità alla realizzazione dell’alta velocità delle tratte Milano-Venezia e Napoli-Bari siano utilizzati per procedere al completamento dei progetti per la Brescia-Montebello e Grisignano-Padova, già approvati a livello preliminare, e quello preliminare per la Montebello-Grisignano.