01/11/2022

PIL, stima preliminare del III trimestre: +0,5% sul II, +2,6% sul 2021

La fase espansiva del Pil prosegue per il settimo trimestre, ma in decelerazione rispetto al secondo trimestre dell’anno.

L'Istat ha pubblicato la stima preliminare del III trimestre per il PIL italiano. L'istituto di statistica stima che il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% in termini tendenziali.

Il terzo trimestre del 2022 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2021.

La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, mentre i servizi hanno registrato un aumento.

Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.

La variazione acquisita per il 2022 è pari a 3,9%.

"La fase espansiva del Pil prosegue pertanto per il settimo trimestre consecutivo - commenta l'Istat -, ma in decelerazione rispetto al secondo trimestre dell’anno. Come sempre, si rimarca la natura provvisoria di questa stima, che riflette dal lato della produzione un calo dell’agricoltura e dell’industria e un aumento marcato dei servizi. Dal lato della domanda, si rileva un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta, a seguito di una crescita delle importazioni maggiore rispetto alle esportazioni".

In occasione della 98ª Giornata Mondiale del Risparmio del 31 ottobre, il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha dato parimenti una lettura sulle prospettive economiche del Paese: "I rischi sulla crescita sono orientati al ribasso e dipendono, non solo per il nostro paese, oltre che dalle tensioni geopolitiche, dalle prospettive dell’economia negli Stati Uniti, dove, anche a causa della forte restrizione delle condizioni monetarie, molti indicatori scontano una possibile contrazione del prodotto nei prossimi mesi. Ulteriori ripercussioni negative potrebbero derivare da un eventuale brusco rallentamento dell’economia cinese, principalmente connesso con le fragilità del settore delle costruzioni, nonché dalla persistenza dell’inflazione su livelli elevati più a lungo di quanto attualmente previsto".

 

 



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