Al Nord solo 30mila arrivi dai Paesi avanzati nel 2011-23, su 970mila giovani immigrati da tutto il mondo
Nel periodo 2011-2023 dalle regioni settentrionali sono andati oltreconfine oltre 280mila giovani italiani (18-34 anni) e nelle stesse è giunto quasi un milione (968.508) di giovani stranieri. Di questi solo un quinto proviene dai Paesi dell’Unione Europea, il resto dai Paesi extra EU, in particolare da Albania, Marocco, Nigeria, quindi da luoghi con sviluppo economico e istruzione della popolazione assai diversi da quelli dell’Italia.
All’interno dei flussi dall’Unione Europea appena 22mila giovani sono arrivati dai Paesi più avanzati, cui si aggiungono 8mila da Regno Unito, USA e Svizzera.
Il Nord Italia è fornitore e non è ricettore nella circolazione di giovani tra i Paesi più avanzati
Il Nord Italia non è inserito nella brain circulation internazionale tra i Paesi più avanzati. Infatti, per le prime nove nazioni (economicamente più avanzate) di destinazione dell’emigrazione giovanile italiana dal Settentrione il rapporto tra il numero di giovani italiani che emigrano e quello dei giovani cittadini che arrivano da quelle stesse nazioni è pari a 7 (7 italiani ogni cittadino straniero).
Tra le dieci nazioni di maggiore destinazione c’è anche il Brasile, la cui inclusione nel calcolo farebbe scendere a 3 il rapporto; ma il Brasile è ancora un Paese emergente (il suo PIL pro- capite è poco più di un terzo di quello dell’Italia).
Per tutta Italia il rapporto è 8,5
Nel 2011-23 i primi dieci Paesi di destinazione dei giovani italiani sono, in ordine di grandezza delle partenze: Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Brasile, Stati Uniti d'America, Paesi Bassi, Belgio e Australia. In tali Paesi sono emigrati 205mila giovani italiani dal Nord Italia, che ha visto arrivare 67mila giovani cittadini di quelle stesse nazioni, 28mila senza il Brasile.
Il rapporto differisce molto tra Nord e Mezzogiorno, area in cui sale a 20 a 1, sempre riferito alle prime dieci destinazioni al netto del Brasile.
Tra le regioni italiane la peggiore è la Calabria con un rapporto di 30 e il migliore è l'Alto Adige con 4. Tuttavia l'Alto Adige ha elevati scambi con l'Austria che non è tra le dieci principali nazioni di destinazione per l'Italia intera.
Il Veneto va peggio della media del Nord con 10, la Lombardia appena meglio con 6, come l'Emilia Romagna. In tutte le macroregioni lo scompenso maggiore è nei confronti della Svizzera, seguita dall’Australia, dal Regno Unito e dalla Germania.
Il caso del Regno Unito è singolare perché evidenzia il carattere di sistematica sottostima dei flussi, specialmente nei confronti dei paesi dell’Unione Europea. Nel post-Brexit il flusso annuo di emigrati italiani duplica rapidamente, per poi ritracciare nell’ultimo triennio. La duplicazione è legata alla necessità di dimostrare la permanenza nel Regno Unito per potervi rimanere.
Per una più attenta analisi della sottostima dei flussi, dovuti alla mancata cancellazione della residenza dalle anagrafi italiane, si rimanda al paper sul sito della Fondazione Nord Est che ha curato la note.
Autori:
Lorenzo Di Lenna, ricercatore junior
Luca Paolazzi, direttore scientifico