04/03/2025

Veneto Lavoro: calano i determinati, aumentano gli indeterminati, ma il saldo totale è negativo

I dati del mercato del lavoro in Veneto del mese di gennaio 2025.

Veneto Lavoro fa sapere che per il primo mese del 2025, il mercato del lavoro dipendente privato in Veneto vede un bilancio è negativo per -900 posizioni di lavoro, risultato meno favorevole di quello registrato nel 2024, anno in cui il saldo di gennaio era stato positivo (+660), analogamente a quanto osservato nel 2019 (+830). Al rallentamento osservato rispetto allo stesso mese dello scorso anno contribuisce l’incremento nelle cessazioni (+3%), a fronte di una stabilità nelle assunzioni.

Dal punto di vista contrattuale, il bilancio registrato nel mese di gennaio in riferimento al tempo indeterminato è positivo (+6.800) e superiore a quello del 2024 (+5.200) a seguito dell’aumento degli ingressi tramite trasformazione/qualificazione (+15%) e al leggero calo delle cessazioni (-3%).

Per quanto riguarda il tempo determinato, il bilancio mensile è negativo (-7.800) e in peggioramento rispetto a quello dello scorso anno (-4.700) a seguito dell’aumento delle uscite sia tramite trasformazione/qualificazione (+16%) sia tramite cessazione (+6%).

In merito all’apprendistato, il saldo occupazionale relativo al primo mese del 2025 è prossimo allo zero e risulta in progressiva contrazione sul biennio precedente; tale risultato si lega ad una riduzione degli avviamenti (-9% sull’analogo mese del 2024) e ad un aumento delle conferme al tempo indeterminato (+7%).

La stabilità del volume delle assunzioni registrate a gennaio 2025 rispetto a quanto osservato nel primo mese del 2024 è il risultato del bilanciamento tra l’aumento delle attivazioni riguardanti la componente maschile (+3%) e la riduzione rilevata per la componente femminile (-5%). Tali variazioni osservate per i due generi si registrano anche distinguendo per tipologia oraria, ovvero tra contratti full-time e part-time. L’incidenza del part-time sul totale delle assunzioni rimane particolarmente elevata: nell’ultimo mese è pari al 27% e risulta stabile sul 2024 e in aumento sul 2023 per entrambi i generi; essa risulta pari al 17% per gli uomini e al 45% per le donne.

Con riferimento alle principali caratteristiche socio-anagrafiche, il bilancio occupazionale del primo mese del 2025 risulta negativo per tutte le componenti, esclusi gli stranieri per i quali rimane seppur di poco positivo, e diffusamente in peggioramento rispetto allo stesso periodo del 2024. In confronto all’anno precedente le assunzioni mensili mostrano un calo tra gli italiani (-3%), le donne (-5%) e gli adulti (-3%), mentre segnano un aumento tra gli stranieri (+6%), gli uomini (+3%), i giovani (+3%) e i senior (+5%).

Il saldo del primo mese del 2025, positivo esclusivamente nelle province di Rovigo, Treviso e Vicenza, risulta in peggioramento rispetto a quello di gennaio 2024 in tutti i territori, ad eccezione della provincia di Belluno dove rimane stabile.
La domanda di lavoro nel mese resta invariata a Treviso, diminuisce nei territori di Belluno (-5%), Padova (-4%), Rovigo (-6%) e Vicenza (-5%), mentre aumenta a Verona (+5%) e Venezia (+4%).

Dal punto di vista settoriale, i dati riferiti a gennaio 2025 mostrano andamenti differenziati tra i tre macro-settori.

Per l’agricoltura il saldo (-800 unità) è più sfavorevole di quello dell’analogo mese del biennio precedente per via di un incremento nelle cessazioni (+13% sul 2024) superiore a quello rilevato per le assunzioni (+8%). I

L’industria nel complesso, al lordo delle costruzioni, registra un bilancio mensile positivo (+3.900) in leggero miglioramento sul 2024 – sebbene al di sotto dei livelli del 2023 – grazie al lieve incremento delle attivazioni (+1%) e alla riduzione delle cessazioni (-4%).
L’aumento del bilancio mensile rispetto allo scorso anno si lega alle migliori performance registrate nelle costruzioni (+1.400) e nel metalmeccanico (+1.200), comparto quest’ultimo che beneficia di una marcata riduzione delle cessazioni (-7%).
In lieve contrazione risulta invece il saldo occupazionale del made in Italy, in particolare nel tessile-abbigliamento che registra una riduzione della domanda di lavoro nel mese come accade nelle altre attività del settore, ad esclusione dell’industria alimentare (+4%).

Nel terziario il saldo mensile, negativo per -3.900 unità, risulta meno favorevole dell’anno precedente (-2.500) ma in linea con i livelli del 2023. Il ridimensionamento del bilancio del macro-settore rispetto a gennaio 2024 è legato al peggioramento del saldo mensile nei servizi turistici (-3.800, era -3.400), nell’ingrosso e logistica (-100, era +300) e nei servizi di pulizia (-200, era +200). I contratti attivati nel primo mese del 2025 nel terziario sono numericamente inferiori rispetto allo scorso anno (-4%), in particolare per quanto concerne i servizi turistici (-2%) e quelli di pulizia (-17%), oltre che, all’interno del terziario avanzato, l’editoria e cultura, ambito condizionato dai picchi di attivazioni di contratti di brevissima durata associati alle attività cinematografiche.

Le conclusioni contrattuali registrate a gennaio risultano in aumento rispetto ai livelli dell’analogo mese del 2024 grazie alla crescita delle cessazioni per fine termine (+8%, che interessa l’agricoltura e alcuni ambiti nei servizi, in particolare quelli turistici); anche i licenziamenti economici individuali segnano un incremento (concentrato in alcune tipologie di aziende del made in Italy), seppur quantitativamente più contenuto (+7%). Calano invece le cessazioni per altre motivazioni, soprattutto per dimissioni e recessi del lavoratore (-6%), in alcuni ambiti del secondario – come quello metalmeccanico – e dei servizi.

Il ritardo strutturale delle comunicazioni obbligatorie relative ai rapporti di lavoro in somministrazione consente di osservare i dati per questa tipologia contrattuale aggiornati fino a dicembre 2024. Nel corso dell’intero 2024 i rapporti di lavoro in somministrazione attivati da agenzie localizzate in Veneto sono complessivamente 124.600 (-2% sul 2023); il saldo dell’anno (-600) risulta più favorevole dell’anno precedente (-1.700). A dicembre il bilancio (-4.500) è meno negativo di quello dell’analogo mese del 2024 (-4.900) per via dell’aumento delle assunzioni (+5%).