20/05/2022

"Il Sistema Paese spreca le competenze altissime che le donne hanno dimostrato di possedere"

La lettera aperta della VP Lara Bisin: "ANPAL-Unioncamere indicano i primi 6 settori che prevedono entrate di personale femminile. Tutti nei servizi".

Credo che non possa esserci alcuna transizione senza che i giovani entrino nelle aziende manifatturiere, contribuendo a migliorarle, a cambiarle, a farle crescere.

Ma, come tutti sappiamo, in questi anni si è creato e si sta ampliando un grande gap.

È in atto un cambio generazionale che segnerà una cesura con il passato. Da una parte molte persone con eccezionali competenze e conoscenze tecniche stanno raggiungendo l’età della pensione; dall’altra parte non sono abbastanza i giovani che entrano nelle imprese manifatturiere pronti a raccogliere questa eredità, portando con loro le necessarie innovazioni che coinvolgono la sfera del digitale e ad introdurre una nuova sensibilità ecologica.

Però io credo che abbiamo una grandissima risorsa, un potenziale enorme che, al di là delle petizioni di principio, è ancora letteralmente sprecato. Le donne. O, meglio, le competenze altissime che le donne hanno dimostrato di possedere e che il Sistema Paese non fa proprie.

A parità di competenze, qualità, lavoro e sacrifici, infatti, in Italia - con diverse e bellissime eccezioni, certo - non corrisponde una parità di opportunità oltre che chance di crescita e realizzazione. Per non parlare del riconoscimento, economico e non.

I motivi sono tanti, sono anche noti. Il principale è culturale. A tutti i livelli della società. Dalle famiglie all’impresa, dalla comunicazione, all’educazione, allo sport.

E questo è dovuto anche tanto ad un paese dove il welfare considera la donna non una beneficiaria delle sue politiche bensì la sua vera e quasi unica colonna. Ma una donna, che è pilastro della famiglia, è pilastro del welfare e, allo stesso tempo, ha dimostrato la qualità nel mondo del lavoro, perché non deve vedere riconosciute le proprie qualità?

E non si dica che meglio di così non si può fare. Abbiamo l’esempio decennale della Francia, paese per molti versi simile a noi, anch’esso manifatturiero, ma che ha politiche di welfare che funzionano e con donne presenti a tutti i livelli e in tutti i settori.

La recente indagine ANPAL-Unioncamere indica i principali 6 settori che prevedono entrate di personale femminile. Tutti nel mondo dei servizi.

Non ce n’è uno che riguardi strettamente la manifattura. Questo, nel secondo paese manifatturiero d’Europa. Paese in cui sono le filiere manifatturiere che trainano tutta l’economia del Paese.

Vuol dire che stiamo buttando all’aria almeno metà del talento e del potenziale di questo paese.

Possiamo davvero permettercelo in un paese in cui nemmeno il 60% della popolazione è occupato?

Possiamo permetterci di avere un numero di donne che studiano o lavorano nell’ambito STEM che è francamente ridicolo?

Con la risoluzione del 10 giugno 2021, il Parlamento Europeo ha indicato come strategica la necessità di "promuovere la parità di genere negli studi e nelle carriere in ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico, matematico e digitale" perché "la partecipazione continua delle ragazze nelle materie scientifiche, costituisce un motore di cambiamento culturale" con benefici per tutta la società.

Io sono fiduciosa che un cambiamento positivo in questo senso si possa fare e mi metto in gioco in prima persona, altrimenti non mi sarei impegnata nella mia associazione sui temi del capitale umano e nel far incontrare il mondo della scuola e dell’università, ovvero il mondo delle famiglie e della società civile, con quello delle imprese.

Però non dobbiamo nasconderci dietro un dito. C’è da essere sinceri, guardare in faccia ai problemi e trovare un modo per affrontarli, e risolverli assieme. Non possiamo perdere questa grande occasione, perché i nostri giovani ci stanno dicendo di non credere più nella nostra generazione.



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Lara  Bisin

Lara Bisin

Vice Presidente di Confindustria Vicenza con Delega Capitale Umano