21/12/2015

Sotto il Pasubio splende la stella cometa più grande d'Italia

Da 29 anni il “Gruppo Stella Cometa” di Torrebelvicino allestisce sul monte Cengìo la più grande stella cometa d'Italia (360 metri di lunghezza).

Il punto più distante dal quale è stata vista a occhio nudo è il piazzale di Monte Berico a Vicenza. Una ventina di chilometri in linea d'aria. La stella cometa del monte Cengìo a Torrebelvicino si è meritata anche per questo il titolo di stella più grande d'Italia. E ancora nessuno ha segnalato qualcosa di simile in altri luoghi d'Europa. Splende ogni anno per due sole notti, quella che dalla vigilia porta al giorno di Natale e quella successiva, da Natale a Santo Stefano. Poi dà appuntamento all'anno successivo. I suoi numeri sono davvero da record: 360 metri di lunghezza complessiva e 165 lampadine da 100 watt. Una “coda lunga” di 285 metri e una “coda corta” di 225 metri. Gli otto raggi della stella sono lunghi ognuno 32 metri e portano ciascuno 8 lampadine. Nella metà degli anni ’90 fu inserito un faro da 500W che lampeggia al centro della cometa. L'impianto elettrico nel complesso arriva a un chilometro e 200 metri di lunghezza.
Un lavoro non indifferente, quello che sta dietro a quest'opera, al quale si dedicano ogni anno non meno di 25 persone. Volontari perlopiù di Torre e Pieve, qualcuno anche di Schio e Valli. Un gruppo solido con un “nocciolo duro” di appassionati che alla stella si dedicano fin dalla prima volta.

La prima stella di trent'anni fa
Tutto ebbe inizio giusto trent'anni fa, nel Natale del 1985, quando una piccola stella cometa fu montata per la prima volta sul campanile della chiesa di S.Lorenzo, a Torrebelvicino. Guardandola, i suoi ideatori cominciarono già allora a porsi un traguardo più ambizioso: “E se facessimo una cometa molto più grande, visibile da chilometri di distanza? La stella cometa più grande che si sia mai vista”. Mica male come sfida. Serviva trovare una piccola montagna accessibile anche con la neve, la scelta cadde sul monte Cengìo: altezza giusta, posizione aperta e visibile anche dalla pianura, sentiero non facile ma percorribile per arrivare in cima con tutto il materiale necessario.
Non si perse tempo: nell'autunno del 1986 una decina di volenterosi si riunirono in un garage e dettero il via all'Operazione Stella Cometa. C'era da dotarsi di centinaia di metri di cavi e fili elettrici, una gran quantità di lampadine, un gruppo elettrogeno sufficientemente potente e carburante per alimentarlo, un ricovero per la notte per presidiare il sito, legna a sufficienza per scaldarsi, vettovaglie. E un trattore per portare il materiale pesante. Risolvendo un problema alla volta, il primo nucleo del “Gruppo Stella Cometa” riuscì nell'intento: la prima stella del monte Cengìo risultò lunga cento metri, illuminata con ottanta lampadine. Un primo esperimento, che fece venir voglia di fare una stella ancora più grande e luminosa. La soluzione finale, quella adottata ancora oggi, fu trovata l'anno dopo: allungare la coda sfruttando la conformazione delle montagne, che permette di montare la stella in una delle due cime del Cengìo e di tirare i fili fino all'altra cima, creando una coda sospesa sul canalone che divide il monte.

“Condividere insieme lo spirito del Natale”
Fu così che la cometa assunse le dimensioni attuali. Da allora a oggi l'appuntamento si è rinnovato per quasi trent'anni, ventinove per l'esattezza, saltando un unico anno per eccesso di neve e conseguente impossibilità di accedere alla cima del monte.
“Ci siamo accorti soprattutto negli ultimi anni che far parte del Gruppo è considerata una bella occasione per stare insieme e condividere lo spirito del Natale facendo qualcosa che possa essere visto e goduto anche da altri – dice Edoardo Peretto, che fa parte del progetto fin dalla prima stella dell'85 -. Nel gruppo sono rappresentate tre o quattro generazioni: il più anziano ha intorno a settant'anni, il più giovane ne ha sei o sette, ma la cosa più bella è che si sta insieme senza differenze di età, c'è dialogo tra tutti”.
Certo c'è una discreta dose di sacrificio nel mettersi a disposizione per montare, seguire e poi smontare la stella. C'è da lavorarci per tempo e, per chi poi riceve il compito di presidiare il posto nelle due notti di accensione, c'è da mettere in conto la notte della vigilia e quella di Natale – non proprio due notti qualsiasi - passate via da casa. A “tèndare” la stella, mentre fuori dalla casupola-presidio fa un freddo da sottozero, o magari piove e nevica.
“La voglia – spiega Peretto - è quella di creare ogni anno qualcosa che possa portare nelle case un po’ di quello spirito natalizio che spinge a scalare un monte e a costruire per tutti una grande stella cometa che annuncia il Natale. Immersi come siamo tutti nel tran tran quotidiano, è bello poter alzare la testa al cielo e dire che siamo a Natale”.
I volontari del Gruppo fanno anche incontri di presentazione della loro attività per spiegare come nasce la stella e farla conoscere, in particolare nelle scuole elementari e medie, di Torre ma anche di Schio, ma anche attraverso serate pubbliche che stanno riscontrando un lusinghiero successo di pubblico.
Per l'anno prossimo, in occasione della trentesima edizione, il Gruppo sta già pensando di proporre qualcosa di nuovo e di particolare. Intanto la prima idea è già in rampa di lancio: sul sito del gruppo (gruppostellacometa.com) chiunque può caricare una foto della stella cometa; sul finire del 2016 ne sarà scelta una che diventerà una cartolina da distribuire in occasione del trentennale.
Ma intanto c'è l'edizione numero 29 da portare a termine. Tutti con lo sguardo verso il Pasubio, dunque, nelle notti di Natale: il monte Cengìo offrirà ancora lo spettacolo della grande stella.