16/04/2024

Laura Dalla Vecchia: "Compensazioni negate: ingiustizia è fatta!"

Invito al MIMIT a ripristinare i crediti d'imposta maturati tramite investimenti 4.0 ed emanare i decreti attuativi per Transizione 5.0.

Laura Dalla Vecchia, Presidente Confindustria Vicenza:

“Oggi, martedì 16 aprile, scadeva il termine per i versamenti mensili di imposte e contributi previdenziali.

Molte imprese avrebbero soddisfatto questo periodico adempimento utilizzando i crediti d’imposta maturati attraverso gli investimenti in beni strumentali nuovi, noti come “Industria 4.0”.

Invece, alla vigilia della scadenza, questa modalità è stata impedita, dapprima con un decreto in vigore dal 30 marzo dal nomignolo inequivocabile: “Taglia crediti” e poi con una risoluzione dell’Agenzia delle entrate pubblicata venerdì 12 aprile a tarda sera, che con interpretazioni ulteriormente restrittive, limita ancor di più l’utilizzabilità di tali crediti.

Come imprenditori siamo molto contrariati da questa ennesima modalità di far cassa sulle spalle di chi produce.

Esiste una legge del 2000, ‘Disposizioni in materia statuto dei diritti del contribuente’, che vieta l’introduzione di disposizioni fiscali con effetti retroattivi. Ebbene, questa norma che dovrebbe costituire il fondamento dei corretti rapporti tra Stato e contribuenti, è la più derogata dal nostro legislatore.

Troppo spesso sentiamo invocare dai massimi esponenti dello Stato e dell’Agenzia delle entrate la necessità di una maggiore compliance nei rapporti tra Stato e contribuente, peccato che nei fatti si chieda al solo al contribuente di adeguarsi, lasciando l’Erario libero di modificare in qualsiasi momento le regole del gioco.

Chiediamo, pertanto, che il Ministro delle Imprese e del Made in Italy emani al più presto il provvedimento che consenta alle aziende, una volta comunicati i propri crediti, di ripristinare lo strumento ora bloccato.

Un’altra forte preoccupazione dobbiamo esprimerla in ordine all’agevolazione nota come “Transizione 5.0” un’importante misura che coniuga l’innovazione con il risparmio energetico.

Si tratta di nuovi crediti d’imposta finanziati con i fondi europei di RepowerEu con una dote di 6,3 miliardi di euro.

Dopo le agevolazioni introdotte dal programma Industria 4.0, finalizzato a recuperare punti di produttività attraverso il rinnovamento dei beni strumentali aziendali, il nuovo incentivo 5.0 spingerà anche a ridurre i consumi energetici delle strutture produttive agevolando, oltre ai sistemi di efficientamento energetico, anche gli impianti per l’autoproduzione di energia rinnovabile destinata all’autoconsumo.

Tutto bene dunque? Non proprio. La nuova misura è complessivamente positiva, ma ha bisogno di una forte accelerazione e di alcuni fondamentali chiarimenti.

Va accelerato l’iter per emanare i provvedimenti attuativi da parte del Ministero per l’Industria e il Made in Italy, senza i quali l’agevolazione, che terminerà nel 2025, non può decollare.

Gli investimenti non partono se manca un quadro normativo definito e stabile e se i chiarimenti arriveranno tardi, si verificheranno inevitabili strozzature sul versante dell’offerta, con i fornitori che avranno difficoltà a completare ordini di acquisto concentrati in pochi mesi.

Inoltre, l’attuale formulazione della norma rischia di escludere dall’agevolazione settori strategici dell’economia nazionale come quelli della produzione della carta, del cemento, dell’acciaio, della ghisa, dei metalli non ferrosi, dei prodotti chimici, della concia.

Si tratta di settori alla base di filiere industriali che vanno assolutamente inclusi, proprio per supportarli nel percorso di abbattimento delle emissioni”.