14/01/2020

Commercio mondiale, il vicepresidente Remo Pedon: "Ci troviamo all'alba di un anno difficile"

"Nonostante un trend positivo nei primi 9 mesi del 2019, l'anno si chiude con segnali non entusiasmanti".

I trend dell'export vicentino nei primi 9 mesi dell’anno appena trascorso hanno confermato l’eccellenza delle nostre aziende, facendo segnare una moderata crescita (+2.4%). La variazione positiva è stata trainata dalla Svizzera, con il caso di eccellenza delle vendite di abbigliamento. In crescita anche le vendite verso Francia (soprattutto per pelletteria, farmaci e macchine agricole) ed Emirati Arabi Uniti (oreficeria, porte, finestre e strutture metalliche). Nonostante ciò, il 2019 si è sostanzialmente chiuso con segnali non proprio entusiasmanti, per il commercio mondiale, cresciuto meno del PIL mondiale, per il quarto anno consecutivo”, spiega Remo Pedon, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega ai Mercati esteri.



E ci troviamo all’alba di un anno che si apre con la Brexit in via di reale attuazione – continua Pedon -, contando che il Regno Unito, sempre nei primi tre trimestri 2019, è cresciuto del 4,34% rispetto allo stesso periodo del 2018. Un mercato che in questi 9 mesi è valso 672,7 milioni di euro per il manifatturiero con una bilancia commerciale positiva per 515,4 milioni. Poi c’è la ‘vicenda dazi’ tra USA e Cina che speriamo in via di risoluzione contando che gli Stati Uniti nel 2019 sono valsi 1 miliardo e 126 milioni di Euro per l’export vicentino manifatturiero (+3,28%) mentre la Cina è crollata del 18,7% a 327 milioni".

"Quindi c’è la stasi tedesca, in particolare per i postumi dell’irrisolta questione diesel gate, che ha visto la nostra prima destinazione commerciale importare i nostri prodotti per 1 miliardo e 555 milioni di euro, in leggero calo rispetto ai primi nove mesi del 2018 (-0.93%). Infine, ci sono le recenti fibrillazioni in Libia, che è cresciuta del 4,5%, ma, nonostante la vicinanza geografica, conta un giro d’affari di soli circa 11 milioni nei primi 3 trimestri 2019; e quelle in Iran, mercato letteralmente crollato (-66,6%) passando da 32,8 milioni a 10,9 milioni" conclude il vicepresidente Remo Pedon.