21/04/2020

Il manifatturiero del Veneto è già pronto da settimane per aprire in sicurezza: cosa stiamo aspettando?

Siamo bloccati con quasi il 15% delle micro aziende e tra il 4 e 5% delle piccole e medie, ovvero il cuore del nostro tessuto industriale.

I dati raccolti in Veneto dal Centro studi Confindustria non fanno che ribadire quanto stiamo dicendo dal primo giorno di lockdown: o si riapre il prima possibile, con misure di sicurezza stabilite dalla scienza e controllo minuzioso e severo a tappeto da parte delle autorità, oppure il destino è la desertificazione industriale



E se in Italia l’industria si ferma, semplicemente si ferma il paese: lavoro, stipendi, mutui, stipendi pubblici pensioni. Bankitalia dice che ogni settimana di lockdown si perde lo 0,5%. E per fortuna la BCE ci compra i titoli di stato, altrimenti saremo già a gambe all’aria da un pezzo, ma questa cosa non sarà infinta.

Mentre il resto d’Europa, o funziona o ha un piano pronto per una ripartenza certa e programmata, noi siamo bloccati con quasi il 15% delle micro aziende e tra il 4 e 5% delle piccole e medie, ovvero il cuore del nostro tessuto industriale, che già afferma di dover effettuare ridimensionamenti.

Gli Spisal veneti, che hanno fatto oltre 5000 controlli per oltre 200mila lavoratori, dicono che le aziende rispettano il protocollo di sicurezza: non c’è stata una che sia una azienda chiusa per mancato rispetto delle norme anti-contagio. Il Veneto, a livello sanitario e di tamponi, ha trovato un suo modello e ora, come già messo in campo mesi fa in altri paesi, le app possono aiutarci a intervenire immediatamente con precisione e cautela.

Caro governo, il manifatturiero del Veneto è già pronto da settimane per aprire in sicurezza: cosa stiamo aspettando?