28/06/2017

In forte crescita negli Stati Uniti il bello e ben fatto italiano

I prodotti belli e ben fatti rappresentano il 20% delle esportazioni manifatturiere italiane, ma le opportunità da esplorare nel mercato USA sono ancora molte.

Con oltre 50mila euro di PIL pro-capite, ma soprattutto con circa 37mila euro di reddito disponibile per consumatore, gli Stati Uniti sono il mercato avanzato con il maggiore potere d’acquisto. Nonché il più grande, considerando la popolazione residente di oltre 320 milioni di persone e il ceto medio di oltre 220 milioni. Sono questi i numeri che emergono dalla nota diffusa dal Centro Studi Confindustria.



Gli americani amano le cose belle provenienti dall’Italia, i prodotti belli e ben fatti (BBF)in grado di incorporare e trasmettere quello che più cercano dal Bel Paese: la cultura. Dai dati elaborati per l’ultimo rapporto Esportare la dolce vita emerge che negli USA sarà almeno del 28% la crescita cumulata tra il 2016 e il 2022 di importazioni BBF provenienti dall’Italia, fino a raggiungere quasi 13 miliardi nel 2022 (2,8 miliardi in più nei prossimi sei anni), confermandosi il primo mercato per il BBF italiano.

Questa previsione rappresenta solo lo scenario prudenziale, di conservazione delle quote di mercato. Con l’aumento delle quote, l’import potenziale dall’Italia potrebbe arrivare fino a 20 miliardi. I prodotti BBF italiani hanno già conquistato tra il 2011 e il 2015 una fetta più ampia delle importazioni americane nella maggior parte dei settori analizzati (in particolare: alimentare, abbigliamento e tessile-casa, calzature e occhialeria) o, comunque, hanno consentito all’Italia di rimanere il primo esportatore dell’Unione europea in USA (nell’arredamento e nell’oreficeria-gioielleria).

Tuttavia, il posizionamento dell’Italia negli USA è ancora inferiore al potenziale e, quindi, la crescita nei 50 stati federati americani rappresenta una grande opportunità per le imprese BBF italiane.