01/02/2018

"C'è una via veneta alla manifattura digitale?" presentata l'indagine su oltre 600 PMI

L'incontro che si è svolto nell’ambito dell’Agenda Digitale del Veneto 2020 ha fatto il punto su politiche, strumenti e risorse promosse dalla Regione per l’Industria 4.0.

Da un'indagine condotta dal Laboratorio sulla Manifattura Digitale del Dipartimento di Economia e Management dell'Università di Padova, che ha coinvolto oltre 600 piccole e medie imprese, è emerso che l'investimento sul digitale è particolarmente forte e lo è altrettanto il ritorno in termini economici.



È iniziato proprio con l'illustrazione di questi risultati il convegno "C’è una via veneta alla manifattura digitale?", inserito nell’ambito dell’Agenda Digitale del Veneto 2020. "Due imprese su dieci investono su soluzioni legate a Industria 4.0" - ha dichiarato Eleonora Di Maria, prof.ssa dell'Università di Padova - "E hanno ottenuto importanti risultati dal punto di vista dell'efficienza e della produttività oltre che della competitività".

Filippo Miola, presidente Sezione Servizi Innovativi e tecnologici e Delegato Innovazione e Industria 4.0 di Confindustria Vicenza, ha voluto evidenziare in particolare la necessità di garantire l'accesso e la fruibilità delle tecnologie: "Le imprese vicentine chiedono alla Regione di creare le infrastrutture necessarie a poter vincere la sfida della trasformazione digitale. Su alcune aree siamo ancora molto indietro, chiediamo quindi di portare la connettività ovunque ci siano imprese".

Le politiche che incentivano gli investimenti per la digitalizzazione della produzione sono molti, a livello europeo, nazionale e regionale, il vicepresidente della Giunta regionale del Veneto Gianluca Forcolin ha ricordato una delle ultime iniziative, ovvero il voucher per la digitalizzazione: "Il bando che scade l'8 febbraio riguarda proprio questo tipo di beni, non solo materiali e immateriali ma anche culturali. Questo è il tema su cui vogliamo investire".

Di cambiamento culturale parla anche il presidente Filippo Miola, sottolineando che la rivoluzione digitale in atto riguarda non solo gli strumenti di produzione ma anche il personale: "Le imprese hanno bisogno di una nuova manodopera, che diventi sempre più 'mentedopera' ".