Valeri, 53 anni appena compiuti, sposato, una figlia, arriva alla direzione dopo una lunga esperienza nell'ambito del sistema confindustriale. Entrato in Associazione a Vicenza nel 1986 occupandosi inizialmente di tematiche fiscali, si è occupato nel tempo di organizzazione interna e ha coordinato per molti anni il Gruppo giovani Imprenditori, ha guidato poi il servizio marketing e sviluppo associativo, ha seguito la fase di crescita della struttura di rappresentanza territoriale attraverso i Raggruppamenti; nel 2006 è diventato dirigente con la responsabilità dei Rapporti istituzionali e organizzativi, fino a essere nominato vicedirettore nel settembre scorso.
"Assumo la direzione di una struttura che è riconosciuta per i suoi livelli di eccellenza in campo nazionale – dice il direttore -. Oltre cento collaboratori pronti e preparati che supportano ogni giorno le aziende associate nel difficile lavoro di fare impresa. E' chiaro però che nello scenario difficile e complicato che stiamo attraversando da anni, dobbiamo mettere in campo non soltanto preparazione ed eccellenze, ma fare un nuovo salto di qualità: le associazioni datoriali e in particolare la nostra, devono necessariamente innovarsi, essere sempre di più fonte di progettualità per interpretare il tempo che viviamo e i bisogni di assistenza e rappresentanza che le imprese esprimono. Tutto ciò in un sistema come quello attuale che non favorisce certamente il mondo del manifatturiero e nel quale spesso l'impresa non viene riconosciuta per il suo ruolo fondamentale nella creazione di benessere e di tenuta sociale”.
Un'Associazione consapevole di quel che è in grado di fare, dice dunque Valeri, “ma anche capace di mettersi continuamente in discussione per continuare a crescere e a sentirsi sempre in divenire”.
"Assumo la direzione di una struttura che è riconosciuta per i suoi livelli di eccellenza in campo nazionale – dice il direttore -. Oltre cento collaboratori pronti e preparati che supportano ogni giorno le aziende associate nel difficile lavoro di fare impresa. E' chiaro però che nello scenario difficile e complicato che stiamo attraversando da anni, dobbiamo mettere in campo non soltanto preparazione ed eccellenze, ma fare un nuovo salto di qualità: le associazioni datoriali e in particolare la nostra, devono necessariamente innovarsi, essere sempre di più fonte di progettualità per interpretare il tempo che viviamo e i bisogni di assistenza e rappresentanza che le imprese esprimono. Tutto ciò in un sistema come quello attuale che non favorisce certamente il mondo del manifatturiero e nel quale spesso l'impresa non viene riconosciuta per il suo ruolo fondamentale nella creazione di benessere e di tenuta sociale”.
Un'Associazione consapevole di quel che è in grado di fare, dice dunque Valeri, “ma anche capace di mettersi continuamente in discussione per continuare a crescere e a sentirsi sempre in divenire”.